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Numero 53 gennaio 2016

 
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In questo numero
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Ma era proprio necessaria una società scientifica in Italia?

Il 21 gennaio 2012 ben 51 persone si presentarono a Lucca per far nascere la Società Italiana per la Promozione della Salute; né io né credo nessuno di loro avremmo potuto immaginare quanta strada avrebbe fatto la SIPS in soli 4 anni.
L’elemento più importante di qualunque sodalizio sono i soci. Non eravamo pochi alla partenza ed erano presenti ben 7 regioni. Oggi abbiamo soci in ogni regione italiana. In quattro anni il numero dei soci è aumentato più di dieci volte: oggi siamo 691 soci. I soci della SIPS sono sanitari di tutte le discipline, insegnanti, sociologi e assistenti sociali, giornalisti, e tanti altri professionisti di altri settori della società, perché la promozione della salute riguarda ogni ambito della nostra società.
Il nostro sito web ha un ruolo importante che oggi è supportato da facebook. Siamo su facebook sia con la pagina che con i gruppi. È una comunicazione nuova rispetto al classico sito, diversa, interattiva che aiuta i nostri soci a conoscersi e incontrarsi virtualmente. Naturalmente la vita è fuori dai social-network.
I meeting sociali sono stati vari. Uno nazionale ogni anno e vari meeting regionali o interregionali. Questi sono momenti in cui l’incontro e il confronto fra i soci produce la cultura della promozione della salute.
L’altro elemento importante di ogni sodalizio è lo scopo sociale. L’articolo 2 dello statuto ci ricorda che «la Società promuove la cultura della promozione della salute in campo istituzionale, sociale, politico, scientifico e professionale. Per promozione della salute si intende il processo che consente alle persone di aumentare il controllo sullo stato di salute e migliorarlo, secondo la definizione e le accezioni esplicitate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nella Carta di Ottawa (1986) e successivi documenti.» In quattro anni abbiamo perseguito questo obiettivo in vario modo.
L’informazione e la divulgazione sulla promozione della salute hanno utilizzato fondamentalmente il web. La Newsletter è stato il nostro primo è più importante strumento di informazione e non solo per i soci. Ci siamo proposti di inviare una newsletter 11 mesi all’anno e in questi primi quattro anni non ci siamo mai fermati. Non è stato facile, ma mantenere l’impegno preso con noi stessi ha consentito di far sentire ai soci la presenza degli altri che hanno contribuito con le news.
La produzione scientifica è l’altro strumento per favorire la diffusione della cultura della promozione della salute. Non siamo ancora in grado di avere una nostra rivista scientifica per vari motivi a partire delle risorse economiche necessarie che sarebbero insufficienti. Non ci siamo però arresi davanti a questa difficoltà. Grazie alla collaborazione con Edizioni Aonia, che ha una collana diretta da un nostro socio, abbiamo pubblicato otto libri con i vari contributi dei nostri soci. Questa piccola biblioteca è oggi un patrimonio unico di conoscenza sulla promozione della salute nel nostro paese. Vorrei invitare tutti soci a leggere ogni volume perché da questi, tutti possiamo imparare tanto.
La formazione è il terzo strumento per il raggiungimento del nostro fine sociale. Abbiamo fatto una scelta supportata da Edukarea, un provider di formazione nazionale, investendo sulla formazione a distanza. Questa scelta ci ha fatto perdere la potenza della relazione nell’incontro formativo ma ci ha permesso di raggiungere con bassi costi un numero di presone insperabile. Il fad che si è appena concluso ci ha consentito un risultato mai visto prima in Italia. Quasi 15.000 persone si sono iscritte al corso e più di 11.000 lo hanno completato acquisendo la certificazione e, quando previsto, gli ECM. La formazione continuerà con altri corsi. Il secondo è già in fase avanzata di preparazione e il terzo livello vede già impegnati vari soci nella produzione del materiale didattico.
Questa strada entro breve tempo ci porterà verso l’accreditamento dei curricula dei promotori della salute. Perché la promozione della salute è interprofessionale, ma i vari professionisti devono necessariamente condividere un’idea e un linguaggio comune.
L’ultimo elemento necessario per una formazione sociale legalmente costituita è il capitale sociale. La nostra Società costruisce il proprio capitale sociale sulle quote sociali. A parte qualche contributo, come quello generosamente offerto da Chiesi per il meeting del 2016, non abbiamo sponsor. La nostra quota sociale è inferiore a quella di qualsiasi altra società scientifica in Italia, ciononostante fino ad ora siamo riusciti ad andare avanti. Di questo ringrazio i soci che lo scorso anno si sono messi in regola con il versamento della quota sociale e soprattutto i soci che hanno offerto il loro lavoro mentale e in alcuni casi anche fisico, per realizzare tutto ciò che sino ad oggi è stato fatto. Auspico per la SIPS che anche i soci non attivi apprezzino il lavoro fatto dagli altri e non dimentichino di versare la quota sociale per il 2017.
Tutto questo che è accaduto ci fa rispondere sì! La SIPS era necessaria.


Riccardo Senatore – Presidente nazionale SIPS

Benessere lavorativo e gruppi democratici

Le pagine che seguono cercano di spiegare come una gestione democratica delle persone possa influenzare in senso positivo il benessere sia organizzativo che personale.
Il benessere dipende dal “rapporto che lega le persone al proprio contesto sia questo lavorativo, familiare, culturale, scolastico, prendendone in considerazione le molteplici variabili, fra le quali: le relazioni interpersonali, il senso e il significato che le persone attribuiscono ai propri impegni, il senso di appartenenza alla propria organizzazione, l’equità nel trattamento o nell’offerta di opportunità di crescita e miglioramento lavorativo, l’ambiente accogliente e piacevole” (La Rosa, 1992).
Quindi, promuovere il benessere significa sviluppare queste variabili che hanno forti ricadute in senso positivo sia sulla qualità produttiva di una ipotetica azienda che sul contesto sociale e soprattutto sulla salute dell’individuo.
Restringendo il campo di analisi all’ambito organizzativo il benessere può essere inteso come la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori e risente di una serie di variabili, in questo caso ritroviamo il concetto di clima tra le più rilevanti: Il clima è il prodotto di elaborazioni percettivo-cognitive che danno come risultato delle rappresentazioni cognitive che riflettono l’interpretazione del contesto su quegli aspetti psicologicamente significativi per gli individui (Gattai, 2011; James, Hater, Gent, & Bruni, 1978; James & Jones, 1974).
Il costrutto di clima “Clima organizzativo” entra in letteratura negli anni 60 ma il primo a inserire tale concetto fu Kurt Lewin che inserì, tale concetto con il termine di “atmosfera psicologica” nella sua teoria del campo (Lewin, 1951, 1980) con la quale dava le basi alla psicologia sociale spiegando il comportamento umano come derivante tra l’interazione tra fattori interni (persona) ed esterni (ambiente).
 
Il clima influenza l’attitudine dei lavoratori nel concentrarsi sulla performance lavorativa e sulle relazioni personali e a sua volta è influenzato dal grado di accettazione, della cultura dell’organizzazione. In altri termini, gli individui che lavorano in un’organizzazione si costruiscono, con il passare degli anni, una percezione molare e condivisa della propria organizzazione, che, oltre a guidarli nella lettura dei principali processi lavorativi, delle modalità di presa delle decisioni, delle norme e dei valori, influenza i propri comportamenti, le proprie emozioni e l’armonizzazione con le cognizioni, nonché i comportamenti richiesti dall’organizzazione) dando luogo concetto di cultura organizzativa (Lazzari, Pisanti, & Avallone, 2006).
Il clima di un gruppo di lavoro è buono quando c’è il giusto sostegno e calore da parte dei colleghi e dei superiori, i ruoli sono riconosciuti attraverso la valorizzazione delle capacità dei membri, la comunicazione è aperta, sincera e fornisce feedback chiari e accettabili sui comportamenti e sui risultati.
Il concetto di clima e di conseguenza quello di benessere, si colloca quindi nell’ambito dei processi relazionali, intesi come elementi di acquisizione soggettiva e scambio comunicativo nel gruppo e come momento di contatto con tutte le realtà presenti in un organizzazione o una comunità. I processi relazionali (comprendenti la comunicazione, l’ascolto, il feedback, il sostegno) rappresentano un elemento fondamentale per il clima/benessere organizzativo in un’azienda ma anche di una comunità.
La comunicazione è vista non più come strumento o come artificio per l’esercizio di potere ma come un setting, un'arena attraverso la quale è possibile esporre, condividere  selezionare assemblare idee e proposte alla ricerca della soluzione.
Se la comunicazione è direttamente collegata al clima, le relazioni lo sono allo stile del gruppo o meglio alla sua cultura, aspetto che comprende norme, valori e stile di conduzione. Lo stile di conduzione democratico, si configura come una modalità di relazione, anzi di configurazione del gruppo tale per cui si possono esprimere al massimo le differenze personali e aumentare la “ricchezza” totale del gruppo stesso. Lo sviluppo di benessere è quindi sicuramente collegato con la possibilità di partecipazione, espressione e valorizzazione, tutte caratteristiche collegate con il gruppo democratico (Lewin, Lippitt, & White, 1939). La realizzazione di un gruppo democratico non è però scontata o semplice scelta manageriale: certo la leadership è fondamentale come guida, ma necessita anche della presenza delle competenze degli integranti e non solo del capo (Marocci, 2011). Partecipare allo stile democratico richiede:
1. la capacità di confronto, di tollerare i suoi conflitti, perché controintuitivamente la democrazia in un gruppo non è l'assenza di conflitto ma anzi la sua valorizzazione come stimolo di crescita.
2. La competenza di ascolto, questa comporta la capacità di ascoltare l’altro eliminando i preconcetti presenti. Spesso alcuni minuti di reale comprensione dell’altro possono fare miracoli; problematiche e sentimenti vengono all’aperto e rendono più facile la soluzione.
3. Competenza di consapevolezza, che consiste nella capacità di percepire i propri bisogni e desideri e nella abilità di esporli agli altri senza erogarne pretese.
Tutti aspetti che richiedono la crescita personale proprio in funzione del lavoro di gruppo (Gordon, 1999).

Riassumendo
Comunicare in modo efficace è una competenza indispensabile perché abbassa i costi personali, sociali o aziendali, in termini di clima e di collaborazione, connessi alla mancanza di chiarezza e di condivisione dei messaggi e alle difficoltà create da comunicazioni conflittuali, ripetitive o improduttive. 
Comunicazione, clima e benessere sono concetti sempre più legati fra loro, il che fa intuire il valore che un buon livello di comunicazione può conferire ai processi sia operativi aziendali che sociali.
L’approccio democratico alla comminuzione vede gli individui rispondere alla specifica situazione interagendo gli uni con gli altri conducendo il gruppo verso un accordo condiviso che porta gratificazione e senso di  appartenenza incentivando motivazione autostima e migliorando progressivamente il clima.
Se il clima interno tiene in debito conto dei fattori “sociali” esistenti, come i valori, la cultura e anche i sentimenti e bisogni dei dipendenti, è possibile instaurare un percorso di crescita e benessere basato sulla gestione democratica di tutto il gruppo di lavoro che instaura uno stato di “benessere organizzativo”.

Bibliografia
Gattai, A. (2011). Un approccio quali-quantitativo alla valutazione dei rischi psicosociali. In Rischio stress lavoro-correlato. Milano: Raffaello Cortina Editore.
Gordon, T. (1999). Leader efficaci. La meridiana.
James, L. ., Hater, J. ., Gent, M. ., & Bruni, J. . (1978). Psichological climate: Implications from cognitive social learning Theory and interactional psychology. Personnel Psychology, 31, 783–814.
James, L. ., & Jones, A. . (1974). Organizational climate: A review of theory and research. Psichological Bullettin, 81, 1096–1112.
La Rosa, M. (1992). Stress e lavoro. Milano: Franco Angeli.
Lazzari, D., Pisanti, R., & Avallone, F. (2006). Percezione di clima organizzativo e burnout in ambito sanitario: il ruolo moderatore dell’alessitimia. G Ital Med Lav Erg, 28(1), 43–48.
Lewin, K. (1951). Field theory in social science. book, New York: Harper & Row (trad. it Teoria e sperimentazione in psicologia sociale. Il Mulino. 1972).
Lewin, K. (1980). I conflitti sociali (3th ed.). Milano: Franco Angeli.
Lewin, K., Lippitt, R., & White, R. K. (1939). Patterns of Aggressive Behavior in Experimentally Created “Social Climates.” The Journal of Social Psychology, 10(2), 269–299. JOUR. http://doi.org/10.1080/00224545.1939.9713366
Marocci, G. (2011). Inventare l’organizzazione. Bologna: Patron editore.



Simone Bacherini e Gabriele Giacomelli - Delegazione SIPS Toscana
Le rubriche

Documentazione e promozione della salute
Esigenze umane e promozione della salute.

L'incontro tra le esigenze umane e la promozione della salute si può basare unicamente sulla partecipazione. Il dialogo sociale, infatti, consente di cogliere e di raggiungere insieme quella diversità di idee e di azioni che permette il riconoscimento della necessità di cambiare i propri e gli altrui atteggiamenti e comportamenti.
La scienza da sola non offre soluzioni. L'equilibrio ambientale, implicito nella ricerca della salute umana, chiede agli individui di saper affrontare socialmente la riflessione sugli stili di vita, sulle disuguaglianze del mondo, sui valori e le priorità della vita comunitaria.
Il confronto relazionale e sociale conduce all'uso migliore delle conoscenze, di ciò che deve essere fatto da parte delle persone e delle istituzioni, la volontà di trovare nella propria esistenza quell'armonia che permette di condividere lo star bene e le politiche necessarie per concretizzarlo.
Senza un dialogo sociale aperto e costruttivo non è possibile sostenere gli impegni necessari a tutelare la salute in un mondo globalizzato dagli accordi economici e dagli affari dei social media e delle comunicazioni.
La promozione della salute esige una scienza collaborativa che faccia sgorgare dalla vita quotidiana e dal mondo qualcosa di più ampio di ciò che conosciamo e pratichiamo, rafforzando in questa prospettiva il  bene comune perseguito dalle politiche pubbliche.

Bibliografia.
AA.VV., La filosofia dal '45 ad oggi, a cura di V. Verra, ERI, Roma, 1974;
Severino E., La filosofia contemporanea, Rizzoli, Milano, 1986;
Brianese G., La “volontà di potenza” di Nietzsche e il problema filosofico del superuomo, Paravia, Torino 1989;
Bauman Z., Globalizzazione e glocalizzazione, Armando, Roma, 1999;
Becciu M., Colasanti A.R., La promozione delle capacità personali. Teoria e prassi, Franco Angeli, Milano 2004;
Bauman Z., Vite di corsa. Le sfide all'educazione della  modernità liquida. In Regione Emilia-Romagna, Il sapere necessario, Anno Scolastico 2007-2008.


di Antonio De Angeli. Socio fondatore SIPS

 
Salute positiva

Salute cordiovascolare positiva

La promozione della salute va oltre gli stili di vita e punta al benessere (WHO, 2016) quindi promuovere salute non significa fare prevenzione ma promuovere benessere.
È dell’agosto 2016 un’interessante review di letteratura (Labarthe, 2016) che introduce al concetto di salute positiva cardiovascolare che ben si inquadra nella definizione di promozione della salute. Nell’articolo vengono presentate le caratteristiche chiave della Salute Cardiovascolare (SCV)  e della Salute Positiva (SP) e vengono indicati i punti dove gli interventi di miglioramento delle funzioni psicologiche (Psicologia Positiva) possono modificare nel corso della vita la SCV e l’insorgenza di malattie cardiovascolari.
La Psicologia Positiva (PP) nasce come scienza e professione all’inizio di questo secolo (Seligman, 2000) con una nuova visione della psicologia che non centra la sua attenzione sul disturbo, sul deficit, sulla sofferenza, ma si concentra nella parte positiva dell’esperienza umana, aprendo nuovi campi di studio. Costrutti come ottimismo, resilienza, benessere soggettivo, diventano oggetto di ricerca di questa nuova branca della psicologia che costituisce il presupposto per l’attuale concetto di salute positiva.
Nell’articolo viene schematizzato il parallelismo tra PP e SCV e come la confluenza fra i due concetti sia sintetizzabile nel concetto di Salute Cardiovascolare Positiva (SCP). Questa integrazione è importante al livello teorico perché costituisce un paradigma di SP e, a mio avviso, di promozione della salute cardiovascolare. In questo parallelismo fra PP e SCV viene messo in evidenza come l’integrazione dei due concetti può introdurre nella valutazione gli elementi di soggettività che non sono familiari alla valutazione della SCV che invece utilizza solo parametri oggettivi (pressione arteriosa, colesterolemia, glicemia e gli stili di vita: fumo, attività fisica, dieta e BMI). Questo tipo di parametri devono integrarsi con strumenti di valutazione quali il PERMA questionnaire, (PERMA= Positive emotion, Engagement, Relationships, Meaning, and Accomplishment) in modo da consentire la valutazione della SCP. 
Nell’articolo viene presentato un modello teorico di interazione tra la SCV intesa come un continuum fra piena salute e morte (per causa cardiovascolare) in cui gli interventi di PP possono modificare la SCV.
Studi recenti indicano l’associazione tra salute soggettiva (o funzionamento psicologico positivo) e comportamenti, fattori di rischio e outcome cardiovascolari. Questi studi evidenziano effetti del funzionamento psicologico positivo sulla SCV, dopo aggiustamento per i tradizionali fattori di rischio cardiologico e psicologico.
Gli interventi rivolti all’incremento del funzionamento psicologico positivo (quindi gli interventi di promozione della salute propriamente detti [n.d.r.]) si sono dimostrati efficaci, sebbene siano necessarie ricerche specifiche per valutare gli outcome cardiovascolari alla luce dei primi e promettenti risultati in tal senso.
Fra i costrutti psicologici positivi, l’ottimismo appare come il miglior candidato per ulteriori studi. Alcuni studi hanno fornito un'associazione tra ottimismo e: 1) minore incidenza di malattie cardiovascolari, 2) riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari, 3) riduzione della mortalità coronarica (e per tutte le cause) e, 4) incidenza di scompenso cardiaco in diversi campioni di popolazione.
In conclusione, come indicano già alcuni studi preliminari di efficacia degli interventi per l’aumento della resilienza, per la gestione dello stress basato sulla meditazione e altri, è possibile aumentare la salute cardiovascolare con il miglioramento del funzionamento psicologico positivo. Alcuni programmi mirano a massimizzare i risultati associando azioni rivolte alla modifica dei comportamenti a rischio (prevenzione della malattia) con azioni rivolte al miglioramento del funzionamento psicologico positivo (promozione della salute).
Infine l’articolo auspica ulteriori ricerche e ne definisce le traiettorie future.

Bibliografia
Labarthe DR, Kubzansky LD, Boehm JK, Lloyd-Jones DM, Berry JD, Seligman ME. Positive Cardiovascular Health A Timely Convergence. Journal Of The American College Of Cardiology Voil. 68, No . 8, 2016. 23 August 2016, Pages 860–867

Seligman MEP, Csikszentmihalyi M. Positive psychology. An introduction. Am Psychol 2000; 55:5–14.

World Health Organization (WHO). Ottawa Charter on Health Promotion. Copenhagen, Denmark: WHO Regional Office for Europe; 1986. 


di Sergio Ardis. Segretario Nazionale SIPS

 


Evidenziamoli

Abstract presentati che meritano maggiore attenzione

Costruire salute con le comunità.
Un’indagine esplorativa sulle rappresentazioni della partecipazione in dirigenti e operatori coinvolti nei progetti di comunità


Luana Valletta1, Elvira Cicognani2
1 Regione Emilia-Romagna, 2 Università di Bologna
luana.valletta@gmail.com


La partecipazione attiva dei cittadini nell’elaborazione di programmi che abbiano un impatto sulla salute è una delle strategie fortemente raccomandate dalle più importanti istituzioni internazionali e nazionali al fine di promuovere salute, contrastare l’avanzamento delle malattie croniche non trasmissibili, rafforzare l’empowerment della comunità e ridurre le diseguaglianze sociali.
Già dalla Dichiarazione di Alma Ata (1978), alla Carta di Ottawa (1986) fino ai più recenti documenti internazionali come Health 2020 e il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione (2014-2018), viene ribadita l’importanza e la centralità strategica di promuovere la partecipazione e l’empowerment dei cittadini salute attraverso un approccio socio-ecologico, intersettoriale, multifattoriale e attento all’equità. La sfida è quella di sviluppare politiche e interventi che abbiano l’obiettivo, non solo di fornire informazioni o sviluppare comportamenti a livello individuale, ma anche di promuovere lo sviluppo di contesti sociali che supportino i comportamenti di salute e lo sviluppo delle comunità (Bracht, 1999).
La Regione Emilia-Romagna da diversi anni è impegnata attivamente nella promozione e diffusione di progetti intersettoriali e partecipati, che partendo dall’approccio socio-ecologico della salute, cercano di contrastare le malattie croniche non trasmissibili (MCNT), di promuovere sani stili di vita cercando di agire sui determinanti di salute per una promozione più globale e diffusa di salute e benessere. La partecipazione è ritenuta una pratica consolidata fin dai piani per la salute e, insieme all’equità e all’integrazione, è tra i principi fondanti della vision del nuovo Piano Regionale della Prevenzione (PRP 2015-2018) e dei rispettivi PLA (Piani Locali Attuativi) delle Aziende Usl locali.
In coerenza con queste premesse e con precedenti esperienze, il Servizio di Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica (DG Cura della persona, salute e welfare) a partire dal 2013, attraverso una co-progettazione iniziale del bando di finanziamento, ha promosso e finanziato un estensivo programma biennale denominato “Guadagnare salute in contesti di comunità” al fine di promuovere processi partecipativi attraverso un lavoro intersettoriale, interdisciplinare e con il forte coinvolgimento delle comunità locali. Il programma ha previsto la realizzazione di sei progetti per area vasta che hanno coinvolto diversi territori della Regione. All’interno di queste progettazioni sono state realizzate diverse ricerche quali-quantitative in collaborazione con il CESCOM (Centro per l’Empowerment delle Scuole, delle Organizzazioni e della Comunità afferente al Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna) per analizzare e valutare le rappresentazioni, gli esiti e alcuni processi implicati nei diversi processi partecipativi auspicati e realizzati.
Nonostante il largo consenso sull’importanza della partecipazione in interventi di promozione e prevenzione della salute diverse ricerche hanno però evidenziato la difficoltà per i professionisti sanitari di tradurre “discorsi” in azioni (Wise e Nutbeam 2007; Ziglio et al., 2011), dove, nonostante la forte enfasi attribuita alla partecipazione dei cittadini, sovente si assiste a forti divergenze di opinione e prassi rispetto a quali attori coinvolgere e sui diversi livelli di partecipazione possibili. Dalla letteratura emergono inoltre visioni distinte tra operatori con un orientamento di “eccellenza tecnocratica”, e quindi propensi ad un maggiore coinvolgimento di esperti, rispetto ad un orientamento di maggiore diffusione di “responsabilità democratica” e diffusa che includano molti più soggetti a prescindere dai precisi ruoli istituzionali (Renedo & Marston, 2011; Barnes & Coelho, 2009; Hogg, 2007; Martin, 2008).

Molto carenti sono inoltre le ricerche che si occupano dei “produttori” delle esperienze partecipative (Renedo & Marston, 2011) e dei loro effetti in termini partecipazione e di distribuzione del potere (Tolomelli et al., 2014; Stephens, 2007), in particolar modo nell’ambito della promozione della salute e nel contesto italiano. 
Poter analizzare le idee e le rappresentazioni, le idee e i significati dei promotori e “produttori” dei processi partecipativi, all’interno dei programmi di promozione della salute, può aiutare non solo a comprendere le possibili modalità di implementazione, limiti e potenzialità di queste specifiche progettazioni, ma anche a coglierne gli aspetti più ambigui e controversi di concetti “ombrello” come “progetti di comunità” e “partecipazione”.
A tale scopo sono state realizzate, trascritte verbatim e analizzate, attraverso l’analisi tematica e il software Nvivo8, diciassette interviste semi-strutturate che hanno coinvolto i diversi attori che hanno coordinato la predisposizione e l’implementazione, regionale e locale, dei progetti di comunità finanziati. Le interviste sono state effettuate nei primi sei mesi dall’avvio dei progetti di comunità, ovvero in fasi molto iniziali dell’implementazione e realizzazione dei progetti, con un tempo medio per ciascuna intervista di 56 minuti.
In particolare, sono stati esplorati i seguenti aspetti: l’idea di comunità, le differenze fra un progetto di promozione della salute e un progetto di comunità, la percezione del proprio ruolo e del ruolo dei diversi attori coinvolti (ruolo regionale, colleghi, cittadini) nei progetti di comunità, i punti di forza e le difficoltà connesse all’uso di un approccio partecipativo, i riferimenti teorici ed esperienze (dirette o indirette) che hanno potuto influenzare la propria idea di partecipazione e di come promuovere processi partecipativi e il lavoro di comunità.
I risultati del presente studio qualitativo presenteranno alcuni nodi chiave delle rappresentazioni sulle progettazioni di comunità, sulla comunità e sui significati concreti della partecipazione all’interno di interventi di promozione della salute realizzate con, nelle e sulle comunità locali. La partecipazione verrà analizzata attraverso alcune sue dimensioni e possibili influenze, in particolar modo tra chi condivide posizioni più egualitarie e partecipate e in chi predilige forme più utilitaristiche e strumentali della stessa.

 
Il testo è contenuto negli abstract del Meeting Nazionale SIPS "Trent'anni di Carta di Ottawa" tenutosi a Genova il 17 e 18 novembre 2016
 

Meeting SIPS Delegazione Basilicata
La Potenza delle reti nella promozione della salute nella comunità
Potenza Sala Inguscio - Via Verrastro
11 marzo 2017


Programma provvisorio
Razionale
La salute riveste grande importanza per la singola persona e per la comunità.
L’OMS ha riconosciuto il diritto alla salute e l’importanza del raggiungimento del livello di salute più elevato possibile. «Il godimento del migliore stato di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano» (Health 2020).
L’azione della promozione della salute mira a rendere favorevoli le condizioni che mettano in grado l’individuo e la comunità di essere attori del proprio benessere. Occorre mettere a sistema azioni integrate e intersettoriali in grado di facilitare percorsi finalizzati a creare comunità resilienti. È riconosciuta l’importanza del coinvolgimento attivo delle persone, della partnership con vari segmenti ed attori della società e la centralità delle reti sociali e sanitarie per la salute.
Con il Meeting Regionale della Delegazione SIPS Basilicata si intende: 1) ricercare un modello efficace per promuovere salute nella comunità, con approccio life-course, multi-componente, intersettoriale; 2) facilitare la formazione delle reti per la salute; 3) ideare un programma di comunicazione per la salute.

Programma

8,00-8,30 Iscrizione e formalità ECM
8,30-9,00 Saluti delle Istituzioni

9,00-12,30 I sessione Costruire insieme la salute
Moderatore Sergio Ardis 
Il concetto di comunità e l’importanza di fare rete
Riccardo Senatore 
Promuovere salute con approccio di comunità
Gloria Bocci 
Il contributo della psicologia della salute nell’intervento di rete.
Salvatore Gentile 
Il medico di medicina generale e l’empowerment della comunità
Angela Smaldone 
La costruzione sociale della salute
Luisa Comitino 
La scuola nella comunità
Carmela Cafasso 
Idee per comunicare la salute 
Palmarosa Fuccella

12,00 - 12,30 Dibattito

12,30-14,00 II sessione Creare salute nella comunità: esperienze di attività e ricerca 
(comunicazioni orali)
Moderatore Bruno Aiello 

14,00-14,30 Pausa

14,30-16,00 III sessione Le reti locali per la promozione della salute
(comunicazioni orali)
Moderatore Filomena Lo Sasso 
- La rete delle aziende che promuovono salute nei luoghi di lavoro
- La rete delle scuole che promuovono salute
- La rete del volontariato per la promozione della salute
- La rete SIPS

16,00-17,30 IV sessione Movimento e salute
Moderatore Giovanni Laugello 
Epigenetica ed attività fisica
Lorenzo Passarelli 
Il corpo che parla
Nicola Castelluccio 
L’attività fisica in età avanzata 
Carmine Sinno 

17,15-17,30 Dibattito

17,30-19,30 V sessione Attività fisica e ambienti di vita: esperienze di attività e ricerca 
(comunicazioni orali)
Moderatore Lucio Maciocia 

19,30 Conclusioni programmatiche e chiusura lavori
Filomena Lo Sasso 

Comitato scientifico
Filomena Lo Sasso, Angela Smaldone, Lorenzo Passarelli

Abctract
Per inviare gli abstract usare il seguente link
https://form.jotform.com/63556688859985

Iscrizioni
Il meeting è gratuito e riservato ai soci SIPS in regola con il versamento della quota sociale 2017. Per iscriversi compilare il form online
https://form.jotform.com/drardis/iscrizione-potenza

ECM
Richiesti per tutte le professioni sanitarie
Evento accreditato per assistenti sociali

Presidente del Meeting
Filomena Lo Sasso

Contatti
filomena.losasso@tin.it
Meeting formativo
La Potenza delle reti nella promozione della salute della comunità
Potenza -11 marzo 2017



Seminario pre-meeting

Gestire il lutto a scuola

 
Potenza - 10 marzo 2017
ore 15,00-19.00
Aula Magna I.C. “L. Milani”

Sergio Ardis, Moreno Marcucci e Maria Caruso
autori del libro “Insegnanti smarriti. Guida alla gestione del lutto”


Ci aspettiamo il lutto in altri luoghi, non a scuola.
La scuola è un luogo di vita come gli altri dove si gioisce o si soffre da soli o insieme.
La vita e la morte sono indissolubilmente legate e con esse dobbiamo necessariamente confrontarci.
Lavorando per la promozione della salute nelle scuole purtroppo ci è capitato di incontrare ragazzi e insegnanti che vivevano questa condizione. L’aggettivo “smarrito” è verosimilmente il più appropriato ed efficace per descrivere la condizione di queste persone in lutto. Lo smarrimento, nella nostra esperienza, è infatti lo stato mentale che pervade queste persone. In particolare il termine descrive bene la condizione degli insegnanti: erano preoccupati per i loro ragazzi, senza sapere cosa fare e soprattutto senza rendersi conto che quello smarrimento che loro stavano vivendo ha un nome: lutto.
In questo seminario tratteremo del modo in cui riconoscere questa sofferenza in classe e proveremo dare alcuni spunti agli insegnanti per essere più capaci di accompagnare chi vive questa condizione.



Il seminario è gratuito e riservato agli insegnanti.

Per informazioni
filomena.losasso@tin.it
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Visita il sito www.sipsalute.it e usa il form online per presentare la tua domanda di iscrizione
Pubblicazioni scientifiche SIPS
a cura di Sergio Ardis, Chiara Bicchi

Strategie e modelli educativi per la promozione del benessere





Edizioni Aonia, 2016
Acquistabile solo
sul web in formato cartaceo o elettronico



I diritti di autore sono interamente destinati alla SIPS
a cura di Sergio Ardis, Chiara Bicchi, Tommaso Carraro

Trent'anni di Carta di Ottawa

Volume I - Abstract



Edizioni Aonia, 2016
Acquistabile solo
sul web in formato cartaceo o elettronico



I diritti di autore sono interamente destinati alla SIPS

Le pubblicazioni della collana Salute e Medicina
 
I nostri sostenitori
 

Questa newsletter è stata realizzata con il contributo della
Fondazione Banca del Monte di Lucca