Attesa
Lettera del Presidente Nazionale per il primo anniversario della Fondazione della SIPS
Oggi è il 21 gennaio 2013. Proprio un anno fa, dopo un lavoro preparatorio durato mesi, 51 soci fondatori hanno costituito la Società Italiana per la Promozione della Salute. Ho atteso un anno esatto prima di inviare una lettera aperta non a contenuto amministrativo/organizzativo a tutti i soci, che nel frattempo sono diventati quasi duecento, perché ritengo siamo in attesa di un evento che forse riuscirà a chiarirci meglio la definizione di promozione della salute. Ma vorrei ritornare al termine attesa. La parola di per se stessa indica un lasso di tempo, un periodo prima dell'accadimento di qualcosa. Questo qualcosa può essere veramente importante, anzi prioritario alla stessa esistenza, come per il popolo ebreo ancora in attesa del proprio messia, oppure ben più semplice e piacevole quella relativa alla nascita di un figlio. Ma sia nell'uno che nell'altro caso il tempo di attesa è impiegato in attività, in progetti, in riflessione, in discussioni.
Anche noi, come operatori di salute, siamo in attesa di un importante evento e in questa attesa anche noi dobbiamo impegnarci. Infatti il 14 Febbraio prossimo, fra poco più di venti giorni, la Corte Costituzionale si pronuncerà sull'ammissibilità dei ricorsi presentati dalla Procura di Taranto avverso il decreto Legge emanato dal Governo, il cosiddetto salva ILVA, rectius, salva TARANTO. È in questa differenza di termine che si pone sullo stesso piano il diritto al lavoro con il diritto alla salute; in poche parole può un'attività industriale continuare a produrre, pur se in un periodo limitato di tempo ed a determinate garanzie, sapendo che è causa di inquinamento e quindi minaccia per la salute della popolazione locale? E nel contempo è una minaccia per la salute della popolazione locale la chiusura di un'attività produttiva che lascerebbe senza lavoro migliaia di persone? A prescindere dell'aspetto giuridico della questione, appunto del conflitto di interessi tra i poteri dello stato, a noi tutti importa che venga fatta chiarezza. Chiarezza per una disputa che non appartiene soltanto a casa nostra; infatti a livello internazionale si sta molto discutendo in tema di promozione della salute sull'aspetto sanitario prevalente su quello sociale e viceversa. Il tutto sempre in tema di salute.
La disputa è ancora in corso e in attesa cosa facciamo? Dobbiamo impegnarci e dare il nostro contributo ricordando che nella definizione di salute (Alma Ata 1978) l'OMS ha privilegiato un termine, una parola fondamentale che già preannuncia la soluzione: equilibrio. Sta infatti in questo equilibrio tra sanitario e sociale, tra salute e lavoro, entrambi principi tutelati dalla Costituzione, la giusta e logica risposta. E quali sono gli strumenti operativi per meglio operare in tale contesto se non quelli programmatori? Quindi non più piani sanitari regionali e piani sociali regionali distinti, e neppure piani socio sanitari che prevedano soltanto confluenze di fondi specifici ma una nuova visione da parte delle Regioni del resto sancita dal titolo V della Costituzione. Ed anche a livello locale non più Piani Integrati di Salute (PIS) rappresentati da mero incontro di risorse dell'Ente Locale e quelle dell'Azienda Sanitaria.
La rivoluzione che pretendiamo e che non aspettiamo passivamente, consapevoli che errate visioni sino ad oggi hanno comportato aumenti di spesa in sanità, e che ci vedrà a pieno titolo a livello locale, è quella che tutte le forze della comunità locale insieme si siedano intorno a quei famosi tavoli di programmazione partecipata mai dimentichi che senza lavoro non c'è salute. Pensando sempre alle future generazioni e per questo essere veramente responsabili.
Il Presidente Nazionale
Riccardo Senatore
Peer education e prevenzione: scarse evidenze di efficacia.
Riflessioni sul possibile ruolo della SIPS nella ricerca di evidenze in promozione della salute.
Lo spunto per queste riflessioni parte dalla review pubblicata lo scorso anno da Tolli (1) che mette in luce le scarse evidenze di efficacia della peer education utilizzata con gli adolescenti in programmi di prevenzione dell’HIV, prevenzioni delle gravidanze e prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse.
Si tratta di valutazioni sulla prevenzione di eventi morbosi (anche se la gravidanza, seppur indesiderata, non può essere considerata mai tale) e quindi non di valutazioni su risultati di promozione della salute intesa come benessere fisico, psichico e sociale.
La definizione attuale di salute è basata su due pilastri: assenza di malattia e benessere. L’assenza di malattia è obiettivo della prevenzione. Il benessere (in assenza o in costanza di malattia) è obiettivo della promozione della salute.
Diventa oggi sempre più necessario iniziare una valutazione su vasta scala degli interventi di promozione della salute per stabilire dove allocare le risorse disponibili, per promuovere salute e scegliere strategie efficaci di promozione della salute.
Il primo limite a questa valutazione risiede nella genericità di ciò che chiamiamo peer education che include un ventaglio di possibili modelli educativi che spaziano dall’informazione tra pari a forme educative tra pari basati sulla relazione, sull’aumento delle life skills individuali fino a attività di peer education che si basano ed hanno come obiettivo l’empowerment for health. Ciò comporta differenze nella selezione degli adolescenti che assumeranno un ruolo di peer educator, nella loro formazione e infine in come loro percepiranno loro stessi e in ciò che faranno come attività di peer education.
Con queste premesse il ruolo di una società scientifica nel nostro ambito può essere determinante per valutare e validare metodologie educative proposte e utilizzate. La SIPS nei prossimi anni potrebbe permettere la nascita di una rete di ricerca scientifica con i seguenti scopi:
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definire esattamente la peer education e classificare per gruppi i vari tipi di interventi: per modello educativo teorico, per modalità di scelta dei peer educator, per qualità e quantità di formazione ricevuta, per tipo di attività svolte dai peer educator, ecc.;
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realizzare un censimento nazionale delle attività esistenti con classificazione delle attività stesse;
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promozione di studi multi centri sulla peer education su base nazionale miranti a valutare l’efficacia della peer education sul benessere degli adolescenti e non su outcome puramente preventivi.
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individuazione e validazione di scale di misurazione della salute degli adolescenti non legate alla logica della prevenzione, bensì mirate a valutare lo star bene.
In un secondo momento la SIPS potrà fornire dei criteri per certificare la qualità delle attività di peer education per la salute, al fine di permettere un’autocertificazione della qualità o proporsi come ente di certificazione per le attività di peer education.
Un ambito di lavoro come la promozione della salute, che deve necessariamente unire molte professionalità e discipline diverse, necessita in questo momento storico, nel nostro paese, di acquisire rigore scientifico e di valutare hic et nunc l’efficacia di ciò che facciamo. L’interdisciplinarietà e la multiprofessionalità rendono meno facile lo studio, ma al contempo offrono risorse immense e inesplorate delle possibili modalità valutative del benessere e della salute, insite nei vari modi di osservare lo stesso fenomeno. Queste potranno costituire la maggior risorsa su cui lavorare.
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M. V. Tolli. Effectiveness of peer education interventions for HIV prevention, adolescent pregnancy prevention and sexual health promotion for young people: a systematic review of European studies. Health education research. Vol.27 n.5 2012 Pages 904–913.
Sergio Ardis Segretario nazionale Società Italiana per la Promozione della Salute