La promozione della salute tra etica e professioni
Premesso che già nel 1986, durante il Congresso internazionale sulla promozione della salute tenutosi a Ottawa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha approfondito il concetto di salute affermando che “per conseguire uno stato di benessere fisico, mentale e sociale, l’individuo o il gruppo devono essere in grado di identificare e realizzare la proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di modificare l’ambiente o di adattarvisi”. La salute viene quindi vista come risorsa di vita quotidiana, in un’ottica che insiste sulle risorse sociali e personali oltre che sulle capacità fisiche.
Da tale definizione si evince che per migliorare la salute di una persona o di una popolazione non è sufficiente occuparsi della patologia dal punto di vista strettamente sanitario (diagnosi, terapia, prognosi, etc) ma occorre considerare anche il suo funzionamento, la sua capacità di vivere la propria vita anche come membro effettivo della comunità in cui risiede ed è inserito.
Assume, quindi, particolare rilevanza il concetto di Empowerment che letteralmente significa acquisizione di potere. “E’ un processo che, dal punto di vista di chi lo esperisce (self-empowerment), significa sentire di avere potere o sentire di essere in grado di fare. Dal punto di vista di chi lo facilita o lo rende possibile in suoi interlocutori (tale, potrebbe essere il punto di vista, ad esempio degli operatori sociali, degli operatori sanitari o dei policy makers) significa un atteggiamento tecnico capace di accrescere le probabilità che le persone si sentano in grado di fare, ovvero, in negativo la capacità tecnica di evitare iniziative che destrutturino il senso di poter fare delle persone”, Folgheraiter F. (1998).
La “struttura” della persona, quale elemento fondamentale dell’essere umano nell’affrontare il percorso della vita sociale e professionale in modo “etico”.
In tale prospettiva si prefigurano da un lato le istituzioni quali garanti di uno stato sociale e culturale basato sui diritti alla salute, al lavoro, alla famiglia, alla comunità della quale il cittadino dovrebbe sentirsi parte attiva; dall’altro il cittadino medesimo che nel raggiungere i propri scopi di vita, personali e lavorativi, dovrebbe contribuire a rafforzare la comunità nella quale e per la quale vive ed opera secondo i principi della natura universale: giustizia, verità, onestà, etica.
Definitivamente consumata in tutto il mondo occidentale la crisi delle grandi ideologie, l'etica ha cessato di essere "dedotta" da grandi principi generali, da "certezze" trascendenti di qualunque tipo esse fossero, per essere invece "costruita" attraverso itinerari di ricerca che rispondono alla necessità di fare fronte ai bisogni o problemi esistenti. I sistemi etici dunque cambiano come tutto ciò che rientra nei processi evolutivi: ciò che è un valore oggi può non esserlo domani.
Una delle condizioni per fare progredire e migliorare la società è infatti la capacità di adattare l'ethos, i comportamenti, alle esigenze reali, ai grandi problemi sociali, che si manifestano in un determinato contesto e momento storico.
Nel campo dell'istruzione-formazione, ad esempio, il codice etico-deontologico manifesta in molte sue parti uno spiccato carattere evolutivo e relativo. Lungi dal postulare "fini ultimi", intende invece indicare "comportamenti intermedi" coerenti con il soddisfacimento dei bisogni o problemi che oggi si manifestano.
Nel contesto sanitario, invece, i codici etico-deontologici indirizzano l’operatore (medico, infermiere, tecnico, etc.), secondo principi di solidarietà, umanità ed impegno civile ad assumere un comportamento responsabile nella tutela e salvaguardia del diritto alla salute.
“Ogni essere naturale è soddisfatto di sé quando procede per la giusta via e un essere razionale procede per la giusta via quando non dà il suo assenso ad una rappresentazione falsa e oscura, quando dirige i suoi impulsi solo verso il bene comune, quando ricerca ed evita solo ciò che dipende da noi” (Marco Aurelio, VIII-7).
Elio Garbarino, Presidente SIPS Regione Liguria
Attesa
Il 14 febbraio la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili i ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato promossi dalla Procura di Taranto in relazione al decreto legge cosiddetto SALVA ILVA/TARANTO. Il conflitto di attribuzione relativo ad una legge o ad un decreto legge, spiega la Consulta, è inammissibile quando sussiste la possibilità di sollevare eccezione di legittimità costituzionale (come in effetti era già stato fatto sia dal gip che dal Tribunale del riesame di Taranto) nell'ambito di un giudizio comune. Ed è stata fissata per il 9 Aprile l'udienza pubblica in cui saranno discusse le ordinanze del gip e del tribunale del riesame che hanno appunto sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla legge in parola. Nel frattempo il Tribunale di Taranto il 13 marzo, in veste di giudice di appello, ha accolto il ricorso dell'Ilva contro la decisione del gip di Taranto di autorizzare la vendita dei prodotti finiti e semilavorati sequestrati il 26 novembre 2012 tramite i custodi giudiziari vincolandone il ricavato. L'Ilva aveva addotto che il prezzo di mercato era notevolmente più alto da quello previsto dai custodi giudiziari e che il ricavato doveva essere subito investito per bonificare gli impianti secondo i tempi ( 36 mesi ) previsti dall'Aia . E' previsto appello. Rebus sic stantibus . Continua l'ATTESA
Riccardo Senatore, Presidente Nazionale Società Italiana per la Promozione della Salute
Quali parole chiave per la Società Italiana per la Promozione della Salute?
Il Vicepresidente nazionale Roberto Predonzani ha proposto di dedicare una parte della riunione del Consiglio Nazionale (Direttivo nazionale più tutti i presidenti regionali) tenutosi il 5 e 6 ottobre 2012 per riflettere sull’identità della SIPS. Il momento dedicato a questo lavoro è stato il dopocena, il metodo scelto il brain storming e l’obiettivo di individuare le parole chiave della SIPS.
Sono state individuate alcune parole chiave o delle frasi che abbiamo proposto a tutti i soci in un sondaggio. Dei 170 soci che hanno ricevuto l’invito a partecipare all’indagine hanno risposto in 41 (24,1 % dei soci). Alcuni soci che hanno ricevuto l’invito sul pc del lavoro non hanno potuto rispondere perché molti server delle aziende USL bloccano la passibilità di partecipare a indagini (sic!).
Le parole chiave proposte che più sono state scelte dai soci sono: “valorizzazione della parte creativa della disciplina ricercare ciò che ci unisce, unire ciò che ci unisce, comunicare ciò che ci unisce e in cui crediamo e diffonderlo, inclusività e apertura”. Questa serie di parole chiave è stata scelta 12 volte (29,3% del campione). Le parole “luogo di studio e di diffusione di conoscenze” sono state scelte 8 volte (19,5% del campione), mentre le parole “luogo di studio e di diffusione di conoscenze” sono state scelte in 6 casi (14,3%). Per 5 soci le parole scelte sono state “luogo di confronto” (12,2%) e per 3 soci, invece, “identità e appartenenza” (7,3%).
Due soci hanno scelto “luogo di scambio di esperienze”, altri due “possibilità di crescita culturale” e altri due “riferimento per gli operatori”. Due soci sono il 4,9% del campione.