La Promozione della Salute nell’Unione Europea
Tra le azioni prioritarie che l’Unione Europea indica a livello comunitario è prevista la promozione della salute e la sicurezza dei cittadini.
A livello europeo le azioni intraprese mirano a prevenire le malattie, promuovere uno stile di vita più sano e proteggere le persone dalle minacce per la salute, quali le pandemie.
Bisogna però sottolineare che il grosso limite ad un’efficace azione comunitaria è dato dal fatto che l’organizzazione e l’erogazione dei servizi sanitari compete ai singoli paesi membri e pertanto il ruolo principale dell’UE in questo campo consiste nel fornire indirizzi generali, riunire i rappresentanti dei vari paesi membri per concertare campi di attività comuni, favorire lo sviluppo di progetti europei con finanziamenti mirati e collaborare con gli organismi internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Come si è già detto, un grosso ostacolo che l’UE incontra nel campo della promozione alla salute è che i paesi membri presentano sistemi sanitari e sociali differenti, caratterizzati da una presenza del pubblico più o meno marcata e con un’organizzazione ospedaliera e territoriale particolarmente differenti tra loro.
Spiccate sono pure le disuguaglianze sociali tra i paesi economicamente più avanzati e paesi che ancora presentano economie deboli e non consolidate.
Inoltre persistono differenze culturali molto profonde tra i vari popoli che compongono l’unione europea e che incidono profondamente sugli stili di vita e a ciò si deve aggiungere il grosso flusso dei migranti degli ultimi anni che in alcuni paesi hanno anche profondamente cambiato la composizione demografica e accentuato le disuguaglianze sociali.
In tale contesto gli stili di vita e l’invecchiamento demografico sono problemi che, con incidenza differente tra paese e paese, rappresentano il problema socio sanitario emergente e che necessita di una visione e di un approccio il più ampio possibile.
L’azione dell’UE si basa sulla strategia sanitaria che fissa tre obbiettivi:
- promuovere la salute in un’europa che invecchia
- proteggere i cittadini dalle minacce per la salute
- promuovere sistemi sanitari dinamici e le nuove tecnologie
Nel 2009 la ‘Commissione per combattere le disparità nelle condizioni di salute’ edita una comunicazione denominata ‘Solidarietà in materia di salute: riduzione delle diseguaglianze sanitarie nell'UE’ in cui riporta alcuni dati; tra i più interessanti, si possono riportare che il rischio di morte nel primo anno di vita ha un fattore di variazione pari a 5 tra i vari paesi europei e che la speranza di vita alla nascita varia di 8 anni per le femmine e 14 per i maschi.
In tutti i paesi la possibilità di ammalarsi e la speranza di vita sono influenzati da fattori quali la professione, il reddito, il livello di istruzione e le origini etniche.
La strategia dell’UE viene attuate attraverso il programma per la salute, che è uno dei diversi programmi elaborati per mettere in atto la politica sanitaria nel territorio europeo.
L’attuale programma dell’UE per la salute copre il periodo 2008 – 2013. Gli obiettivi annuali coincidono con quelli della strategia Europa 2020.
Investire nella salute e affrontare il problema dell’invecchiamento demografico rappresentano i due abiettivi comuni. Il programma prevede il finanziamento di progetti in linea con le azioni previste e i criteri per il finanziamento vengono fissati ogni anno seguiti da inviti a presentare proposte di progetti e dopo un’esame da parte della Commissione vengono selezionati i progetti che vengono successivamente sovvenzionati. Nel 2011 è stato predisposto un programma pluriennale, denominato ‘Salute per la crescita’ che che va a coprire il periodo 2014-2020.
Questo programma inoltre pone un’enfasi particolare sui legami esistenti fra la crescita economica e una popolazione in buona salute. In altre parole, la promozione alla salute e gli investimenti vanno visti non solo in un’ottica di miglioramento degli stili di vita con conseguente aumento del numero di anni di vita sana ma anche come opportunità di crescita lavorative e quindi economica.
A fronte di ottenere tra gli obiettivi quello di contribuire alla trasformazione dei sistemi sanitari in termini di innovatezza e sostenibilità , la UE individua anche la necessità di promuorere l’adozione di buone pratiche convalidate, in modo particolare per quanto riguarda il tabagismo, l’abuso di alcool e l’obesità.
Secondo le ultime stime dell’UE, in europa la speranza di vita nel 2008 è di 76,4 anni per gli uomini e 82,4 anni per le donne; però il numero medio di anni di vita sana ha registrato un ritmo di crescita molto più lento, attestandosi a 60,9 anni per gli uomini e 62 per le donne. Questo significa che si trascorre in cattiva salute un periodo più lungo di una vita più longeva. Considerato che tale differenza è sostenuta in gran parte da stili di vita non corretti, il programma mette in particolare risalto la necessità di intervenire con programmi di promozione specifici.
In tale contesto la SIPS dovrebbe, con il coinvolgimento delle varie professionalità presenti al suo interno, riflettere su come affrontare concretamente e con quali strumenti tali sfide e proporre progetti o buone pratiche alle istituzioni che si interessano di promozione della salute.
Roberto Predonzani Vicepresidente Nazionale della Società Italiana per la Promozione della Salute
CARTA DEGLI IMPEGNI DEL 19 APRILE
APPROVATA A PISA AL TERMINE DEL MEETING FORMATIVO “PROMOZIONE DELLA SALUTE E DIRITTI UMANI”
Health promotion is the process of enabling people to increase control over, and to improve, their health. To reach a state of complete physical, mental and social well-being, an individual or group must be able to identify and to realize aspirations, to satisfy needs, and to change or cope with the environment. Health is, therefore, seen as a resource for everyday life, not the objective of living. Health is a positive concept emphasizing social and personal resources, as well as physical capacities. Therefore, health promotion is not just the responsibility of the health sector, but goes beyond healthy life-styles to well-being. (Ottawa Charter for Health Promotion 1986)
La promozione della salute si differenzia dalle discipline sanitarie quali la prevenzione perché non ha lo scopo di evitare l’insorgenza di malattie nella popolazione, bensì quello di aumentare il benessere fisico, psichico e sociale degli individui e dei gruppi. Non è responsabilità esclusiva del settore sanitario, ma riguarda tutta la comunità. Interdisciplinarietà e multiprofessionalità sono i presupposti per promuovere salute.
Nella società riguarda ogni organizzazione che assume decisioni o realizza azioni che possono influire sul benessere della comunità. Nella scuola è trasversale ad ogni disciplina e coinvolge ogni persona presente nell’istituzione ed il centro di responsabilità è rappresentato dal dirigente scolastico. Nelle istituzioni sanitarie è trasversale ad ogni struttura e, oltre al personale dedicato, coinvolge tutti gli operatori sia dei servizi di diagnosi, cura e riabilitazione nonché di prevenzione ed il centro di responsabilità è rappresentato dalle Direzione generale.
I partecipanti a questo Meeting, ognuno nel loro ambito e nella propria professione, si impegnano:
1. a stimolare e supportare chi assume decisioni politiche con le proprie conoscenze e competenze umane e professionali a favore del benessere fisico, psichico, sociale e spirituale degli individui e della comunità nel rispetto del principio di equità;
2. ad aumentare le proprie conoscenze e competenze professionali basando, ove possibile, il proprio operato su evidenze scientifiche e prove di efficacia.
3. a favorire nella popolazione una crescita individuale e collettiva che conduca a scelte riguardanti il benessere, sempre più informate e consapevoli, favorendo l’autonomia e l’autodeterminazione di ogni persona.
4. come già nella Carta di Ottawa, si impegnano a riconoscere che le persone rappresentano la maggior risorsa per la salute e ciò assume un significato specifico in carenza di risorse economiche, sollecitando un impegno maggiore nel favorire lo sviluppo di competenze e abilità quali principali risorse dell’individuo e della collettività attuale e futura; si impegnano inoltre a promuovere la valutazione del benessere non solo legata alla produzione di risorse economiche, ma anche ai valori che meglio caratterizzano la persona.
5. ad utilizzare le risorse disponibili in modo da massimizzare gli effetti in termini di benessere.
6. nel riorientare i servizi socio sanitari e le relative risorse verso la promozione della salute, si impegnano a favorire processi di empowerment verso i pazienti, gli operatori e la comunità.
7. nel lavoro nelle scuole, si impegnano a favorire l’acquisizione di abilità per aumentare il benessere dei giovani, degli insegnanti, dei genitori e della comunità di riferimento.
8. nel lavoro nei e con i media, si impegnano a favorire, non solo la diffusione di informazioni, ma un processo di assunzione di responsabilità nei confronti della salute delle generazioni attuali e future.
9. come già previsto nella Carta di Ottawa, si impegnano a riconoscere che la salute e il suo mantenimento sono un importante investimento sociale e una sfida ad occuparsi del problema ecologico e della sostenibilità globale rappresentato dai nostri modi di vita.
10. a contribuire a diffondere la conoscenza degli ambiti, obiettivi e metodi della promozione della salute ed a far sì che le iniziative adottate, siano portate a “sistema”.
Evidenziamoli
“Youngle Savona” promozione del benessere nei contesti scolastici, e sui social network, tramite percorsi di intervento sul web e sul territorio.Titolo abstract
Rachele Donini, Maurizio Panza - ASL 2 Savonese, Ser.T. - r.donini@asl2.liguria.it
Breve introduzione:
Il Progetto nasce a seguito di una Ricerca-Azione sui “C.I.C.” (Centro di informazione e consulenza) effettuata nel corso dell’a.s. 2009/2010, con la titolarità dell’Ufficio Scolastico Provinciale in collaborazione con l’Area Dipendenze- S.C. Ser.T. dell’Asl 2 Savonese. Si tratta di una tipologia di servizio istituito dall’art. 106 del T.U. “lotta alla droga” approvato con D.P.R. 309/90 e offerto in molti istituti secondari di secondo grado, per contrastare i fenomeni dell’uso di sostanze psicoattive, del disagio evolutivo, della devianza e della dispersione scolastica all’interno della popolazione giovanile. La ricerca è stata condotta attraverso l’utilizzo di una scheda per la rilevazione dei servizi esistenti ed ha permesso una mappatura delle realtà esistenti sul territorio provinciale relative ai CIC attivati nel decennio 2000-2010 dalle scuole secondarie di 2° grado.
Obiettivo:
A seguito dell’analisi dei suddetti dati, si è creato un tavolo di lavoro tra operatori ed insegnanti, attivo presso l’Ufficio Scolastico Provinciale, in cui si è riflettuto sulle possibilità d’azione all’interno dello specifico quadro di risorse, vincoli e bisogni legati alla qualità del servizio di informazione e consulenza. Si è optato per la creazione di un centro di informazione e consulenza online, facilmente accessibile dal posto in cui ci si trova e senza bisogno di spostarsi fisicamente. Il progetto elaborato a livello locale è stato accolto dal Progetto Nazionale “Social Net Skill”, finanziato dal CCM-Ministero della Salute.
Popolazione di studio o gruppo target del progetto:
Giovani studenti dai 13 ai 20 anni della Provincia di Savona
Metodologia:
Sono stati selezionati e formati un gruppo di ragazzi delle Scuole Secondarie di secondo grado, che interagiranno con i coetanei svolgendo il ruolo di peer educator attraverso una chat line e un servizio e-mail all’interno di un profilo face book creato all’uopo. I peer avranno il supporto di psicologi e medici dei servizi sanitari e degli insegnanti. Si prevede il coinvolgimento territoriale dei giovani come chiave per sviluppare progetti di prevenzione in cui essi stessi siano protagonisti attivi, secondo un'ottica di promozione del benessere e di diffusione di stili di vita sani.
Risultati:
Il risultato atteso è il raggiungimento di almeno il 5 % della popolazione target che equivale a circa 500 soggetti che nell’arco di un anno e mezzo potranno usufruire del servizio ascolto e del 20 % della stessa ( 2000 soggetti) che visiterà nello stesso arco temporale il profilo face book attivato.
Conclusioni:
Riteniamo che internet in quanto strumento che meglio risponde alle modalità interattive dei giovani unito all’utilizzo di peer educator formati e supervisionati possa permettere di raggiungere un considerevole numero di giovani che necessitano di ascolto e aiuto ma che non accedono al servizio pubblico.
Presentato al Meeting Formativo "Promozione della salute e diritti umani" - Pisa 19 aprile 2013