Dalla crisi nuove occasioni per la promozione della salute

La contrapposizione fra la fame e l'abbondanza è l'elemento caratterizzante tutte le epoche della civiltà europea.
Il cibo, nelle sue forme qualitative e quantitative di consumo, ha caratterizzato i ceti sociali in tutte le epoche storiche, segnando il passo della cultura alimentare del pane e della carne, fino ai giorni nostri.
Il panorama attuale ci vede immersi in un mare di correnti uguali e contrarie fatte di sovrappeso, obesità, malattie croniche, disturbi del comportamento alimentare, malnutrizione per difetto, ma anche di contraddizione fra spreco e crisi economica.
Quali le nostre reazioni?
L' ISTAT riferisce che 6 famiglie su 10 fanno la spesa al discount e nel 2012 hanno tagliato la spesa sul cibo del 3%, modificando la qualità dei prodotti alimentari da portare a tavola.
Dalla crisi economica l'occasione per conciliare l'esigenza di contenere la spesa e quella di seguire una dieta corretta: consumare meno carne rossa a favore di legumi, carne bianca e pesce, mantenere l'obiettivo di 3-5 porzioni di frutta e verdura di stagione al giorno, condire solo con olio extravergine di oliva limitandone la quantità, bere acqua del rubinetto per risparmiare e tutelare l'ambiente.
Nell'intento di contenere gli sprechi e risparmiare, alcune Aziende Sanitarie organizzano incontri di gruppo nei quali si impara a fare la spesa, a stilare un menù settimanale che non induca a cadere nelle tentazioni di offerte a basso costo, che eviti di riempire il frigorifero di alimenti non necessari e prossimi alla scadenza, che insegni a leggere correttamente le etichette e a riutilizzare al meglio gli avanzi.
Da questa crisi anche nuove risorse e nuove vocazioni.
Nascono gli hobby farmer, appartenenti a una fascia di popolazione composta da giovani e anziani, da esperti con funzioni di tutor e nuovi appassionati, che coltivano piccoli appezzamenti familiari, strisce di terra lungo ferrovie, parchi e campi di calcio, balconi e terrazzi arredati con vasi di diverse dimensioni e piccole aree con acqua e sgabuzzino per gli attrezzi messe a disposizioni dai comuni in cambio di affitti simbolici. Sono circa 21 milioni gli italiani che stabilmente o occasionalmente coltivano l’orto o curano il giardino. Gli orti urbani sono assegnati in comodato ai cittadini richiedenti e forniscono prodotti destinati al consumo familiare, contribuendo a preservare piccole aree verdi sopravvissute ai palazzi. La concentrazione degli orti urbani vede una forte polarizzazione regionale nelle città del nord-ovest, poco meno nel nord est e nel centro, poco diffusa nel sud Italia.
Accanto al beneficio economico e sicuramente anche della qualità nutrizionale degli ortaggi, da non trascurare assolutamente il vantaggio delle ore trascorse all'aria aperta, a favore di uno stile di vita attivo.
Altra alternativa in via di espansione è quella dei gruppi d'acquisto, costituiti da persone che comprano i generi alimentari insieme, seguendo il principio della solidarietà, che li porta direttamente da piccoli produttori locali, che rispettano l'ambiente e le persone.
Interessante anche il tipo di aggregazione sociale, che vede un primo incontro in cui ogni partecipante propone alcuni prodotti che, qualora graditi, vengono acquistati per tutti da colui che lo ha portato e che ne diventa automaticamente il responsabile d'acquisto.
Se la promozione della salute ha come obiettivo il benessere dei singoli e della collettività e mira al suo raggiungimento mediante processi di “empowerement for healt” che valorizzano le risorse della persona per aumentare il controllo della salute, l'attuale crisi economica può fornirci occasioni imperdibili per scongiurare la paura della povertà attraverso il recupero della misura e delle relazioni.
Gloria Turi, Dietista, componente del Direttivo Nazionale SIPS
A proposito di neuroscienze

Non passa giorno che in ogni convegno nonché sulla stampa emerga fuori la parola "neuroscienze", ma pochi sanno che sono state portate anche nelle aule di tribunale. Le neuroscienze studiano i legami tra sostrato biologico e comportamenti e il prof. G. Sartori per meglio poter approfondire la questione ha inventato la cosiddetta "macchina della memoria" che nei tribunali italiani ha avuto fino ad ora tre applicazioni. Nel 2009 a Trieste, accreditando che una variante genetica avesse predisposto alla violenza un assassino; nel 2011 a Como valsero la seminfermità mentale ad una omicida. Ora il tribunale di Venezia nega l'affidabilità dei test dai quali la difesa di un pediatra ricavava che fosse diventato pedofilo a causa di un tumore che premeva sul cervello. A noi per il momento interessa soffermarci sulle motivazioni addotte in questa ultima sentenza senza attendere un eventuale giudicato della Suprema Corte di Cassazione. Infatti emergono alcuni concetti fondamentali che troviamo spesso nella nostra pratica quotidiana:
1) le tesi proposte devono essere patrimonio condiviso della comunità scientifica e non mere ipotesi sperimentali;
2) l'esame del ricordo autobiografico non può ritenersi pienamente affidabile in quanto trattasi di metodologia di carattere sperimentale i cui risultati non possono essere ritenuti indiscussi;
3) l'esame del ricordo biografico (la macchina della memoria) può essere assimilato all'impiego della macchina della verità e pertanto non può costituire in giudizio prova indiscussa.
Sembra veramente un invito a lavorare nel campo della promozione della salute attraverso metodologie non sperimentali ma che trovino il consesso di tutta la comunità scientifica. E le metodologie promosse dall'OMS, quale quella delle Life Skills, hanno questa valenza.
Buon lavoro, allora.
Riccardo Senatore, Presidente Nazionale SIPS
Documentazione e promozione della salute
Un nuovo appuntamento nella newsletter

Su invito del Presidente e del Segretario della Società Italiana di Promozione della Salute (SIPS) sono felice di poter avviare, nella Newsletter associativa, una rubrica mensile sulla promozione della salute (
www.sipsalute.it).
Il mio contributo offre un aiuto a coloro che vogliono reperire fonti e documenti per prendere in esame i numerosi interrogativi relativi alla salute umana e le tematiche culturali, politiche, antropologiche, filosofiche, teologiche, etiche, bioetiche, sociali, educative, psicologiche, economiche, sanitarie, ecc., che affondano le radici nelle differenti letture e interpretazioni del concetto di “promozione”.
Il mio lavoro intende anche accogliere le annotazioni, le opinioni, i brevi commenti, le riflessioni, di quanti vorranno intervenire per arricchire la discussione e valorizzare le nostre prospettive di lavoro, contribuendo a creare e ad ampliare le collaborazioni. La mia speranza è che possa rispondere comunque alle loro attese.
La promozione della salute è un concetto teorizzato e sviluppato in varie epoche storiche. Nel 1986 gli Stati appartenenti all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con la Carta di Ottawa lo hanno definito come "un processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla". La definizione pare assegnare un ruolo prioritario alla conoscenza e alla comunicazione, per uscire dalla ignoranza e dalla povertà.
Viviamo d’altra parte in una società del sapere, dell’influenza culturale e del rapido cambiamento. Nel 2012 si è conclusa la Decade dell’Alfabetizzazione proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Durante il decennio è maturata la convinzione che, nel mondo globalizzato di oggi, le persone vanno aiutate e sollecitate ad apprendere idee, abilità, competenze, atteggiamenti, che non possono più trovare risposte unicamente nei tradizionali saperi scolastici del leggere, scrivere e far di conto. La Decade ha anche permesso di fare dell’alfabetizzazione la prospettiva culturale in grado di mettere ogni persona nella condizione di “identificare, comprendere, interpretare, comunicare e calcolare” le dimensioni differenti della complessità del mondo attuale. In questa prospettiva tali competenze sono da considerare “un continuum di apprendimenti finalizzato a capacitare le persone affinché possano perseguire le proprie mete, sviluppare le conoscenze e le potenzialità di ciascuna e partecipare pienamente alla vita della comunità e della società nazionale” (Unesco, 2005, Aspects of Literary Assessment. Topics and issues from the UNESCO Expert Meeting, 10-12 June, 2003, Paris, p.21).
Tale orientamento culturale occupa un posto centrale nella promozione della salute. Va esteso certamente a tutti i livelli dei sistemi sociali, sanitari, della comunicazione, dell’offerta educativa formale, non formale e informale, ma anche alla vita personale di ciascun individuo. In esso è possibile trovare la risposta quei bisogni di comprensione che danno dignità e riconoscono il diritto alla salute partendo dal lavoro delle istituzioni e dei professionisti, senza lasciare l’iniziativa esclusivamente in mano ai volontari e tanto meno ai dilettanti.
A
ntonio De Angeli, Socio fondatore SIPS
Evidenziamoli
Abstract presentati che meritano maggiore attenzione
OPSA: Osservatorio transalpino di Promozione della Salute
Uno strumento di supporto alla decisione
Rita Gagno, Barbara Balestra, Lucia Di Mieri, Michele Orlando, Gianluigi Piatti, Marco Picasso
ASL1 Imperiese - Liguria
Obiettivi
Costruire attraverso la cooperazione di 10 partners da una parte e l’altra della frontiera tra Italia e Francia, la piattaforma OPSA con l’obiettivo di fornire agli attori locali di salute uno strumento di supporto alla decisione, volto a migliorare la salute e il benessere della popolazione.
Favorire il trasferimento delle conoscenze in ambito sanitario e socio assistenziale, tramite la realizzazione di un sistema comune di osservazione e di analisi dei bisogni sanitari.
Metodologia:
- analisi del contesto di riferimento e delle politiche locali di promozione della salute;
- descrizione dei territori interessati in termini di organizzazione sanitaria, strategie di promozione della salute, tipologia degli attori coinvolti
- analisi comparata dei sistemi e delle politiche sanitarie locali, per far emergere eventuali questioni di emergenza (o di non emergenza) legate alla tematica sanitaria nelle politiche di sviluppo locale
- analisi dei bisogni di informazione degli utenti dei sistemi informativi in materia di sanità pubblica e promozione della salute;
- riflessione comune sui bisogni, le conoscenze e le pratiche dei diversi utenti dei sistemi d'informazione in materia di sanità pubblica
- indagine (qualitativa e quantitativa) presso i potenziali utenti condotta tenendo conto delle attuali soluzioni tecnologiche presenti in ciascuna regione
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Si sono attuate due inchieste nelle quattro regioni, secondo una metodologia comune :
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Un’inchiesta quantitativa (questionario) realizzata presso 150 attori in ciascuna delle quattro regioni;
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Un’inchiesta qualitativa (colloqui) condotta presso 20 attori in ciascuna delle quattro regioni
- analisi di fattibilità per la definizione e la costruzione di indicatori comuni;ha permesso di selezionare 55 indicatori in grado di rappresentare le realtà dei sistemi di salute per i due territori transfrontalieri. Gli indicatori presi in considerazione dal progetto fanno riferimento a dati sanitari specifici su: stato di salute determinanti e assistenza sanitaria nelle regioni coinvolte nel progetto OPSA
Risultati
Realizzazione della piattaforma che comprende informazioni utili per:
Descrivere le particolarità dei territori: demografiche, socio-economiche, sanitarie, in modo da poter definire un profilo di salute delle popolazioni;
Mettere a confronto i diversi sistemi locali di decisioni e di pianificazione in materia di sanità pubblica al fine di condividere buone pratiche ed esperienze sulla pianificazione locale;
Osservare le esperienze condotte nell’ambito della salute e della qualità di vita delle popolazioni.
I partners del progetto si fanno carico anche di accompagnare gli attori locali (decisori e attori) nell’utilizzo della piattaforma.
Essa presenta in dettaglio le seguenti tre componenti distinte che offrono funzionalità proprie:
OPS@MAP- OPS@DOC- OPS@FOR
La piattaforma OPSA alimentata da differenti fonti mette a disposizione informazioni sulle peculiarità di ogni territorio: www.opsa.eu
Conclusioni
Progetti come questi dovrebbero fungere da stimolo per nuovi progetti di promozione della salute per le realtà trasfrontaliere perché contribuiscono a valorizzare le risorse sui territori e a condividere le esperienze.
In effetti dai dati che abbiamo rilevato e dalla collaborazione con i partners le tematiche e le politiche sulla salute relative ai giovani, agli stili di vita e ai territori sono veramente affini.
Avere la possibilità di accedere a risorse derivanti dalla lettura, completa e puntuale, della mole di dati che i territori interessati sono capaci di esprimere, rappresenta un’opportunità per sviluppare azioni appunto programmate e attuate in modo coordinato.
Il vantaggio di questa modalità operativa può permettere il raggiungimento di una consapevolezza migliore su dove investire risorse umane e finanziarie per migliorare le condizioni di vita e di salute di tutti i cittadini
Presentato al Meeting "Promozione della salute e diritti umani" - Pisa 19 aprile 2013