
Si è svolto a Milano lo scorso 14 maggio il I Meeting della Rete delle Scuole lombarde che Promuovono salute. Nell’arco della giornata di lavoro è stata presentata la Rete, che ad oggi aggrega circa 200 Istituti organizzati in Reti provinciali, e sono stati approfonditi – grazie al contributo di esperti italiani e stranieri – i presupposti metodologici e le potenzialità sia sul versante dell’apprendimento sia su quello della promozione della salute, si un approccio che vede la Scuola – dirigenti, docenti, studenti e famiglie – protagonista a 360° della propria funzione educativa e formativa. Il Meetnig è stato anche la prima occasione per “mettere in mostra” quanto realizzato nei diversi territori, in collaborazione con le ASL e le comunità locali.
Per il prossimo mese di ottobre è stato annuciato un Secondo Meeting della Rete SPS Lombardia, dedicato interamente alla presentazione delle buone pratiche in atto nei diversi contesti scolastici.
I presupposti della Rete SPS lombarda, le prospettive, gli approfondimenti tematici e, non ultime, le presentazioni dei diversi relatori intervenuti al Meeting, sono accessibili liberamente al link www.scuolapromuovesalute.it
In occasione del Meeting, la Rete SPS Lombarda, Ufficio Scolastico Regionale e Regione Lombardia hanno pubblicato il volumetto “La Scuola che fa bene. L’esperienza della rete delle Scuole che Promuovono Salute in Lombardia”, di cui vi proponiamo il contributo curato da Bruna Baggio, Corrado Celata e Liliana Coppola
PROMUOVERE LA SALUTE NELLE SCUOLE
Bruna Baggio[1], Corrado Celata[2], Liliana Coppola[3]
Partire da un’età precoce
L’importanza di promuovere e sostenere stili di vita e ambienti favorevoli alla salute sin dalla prima infanzia, in un’ottica di prevenzione di fattori di rischio quali obesità infantile, tabagismo, abuso di alcool e consumo di sostanze, chiama in causa una molteplicità di attori e di istituzioni e tra questi la scuola è certamente quella fondamentale.
Non è certamente una novità: negli anni passati sono stati davvero molti i programmi e le azioni realizzati pensando all’importanza di svolgere un’azione preventiva a partire da un’età precoce e al fondamentale ruolo educativo della scuola. Tuttavia, sul piano dell’approccio, il metodo privilegiato è stato di tipo contenutistico-informativo ed i risultati ottenuti si sono dimostrati non solo poco rilevanti in termini di rapporto fra costi e benefici, ma soprattutto scarsamente persistenti nel tempo.
Nonostante gli sforzi profusi non si è riusciti a incidere efficacemente sui comportamenti e sugli atteggiamenti dei giovani a cui ci si è rivolti, così come non si è stati in grado di capitalizzare adeguatamente in termini di salute le potenzialità educative e formative offerte del contesto scolastico.
L’evoluzione dello scenario teorico-concettuale, sia del mondo sanitario sia di quello scolastico, ha determinato dunque l’esigenza di un cambiamento radicale della visione e degli approcci in tema di salute. Si è consolidato il concetto di “promozione della salute” come “quel processo che mette le persone e le comunità in grado di assumere decisioni, e la cui responsabilità non è esclusiva del settore sanitario”[4] e che, pertanto, impegna alla responsabilità diversi settori della società tra i quali la scuola.
In tal senso lo sguardo d’azione nel contesto scolastico si è molto ampliato rispetto al tradizionale concetto di “educazione alla salute” implicando, infatti, la necessità di adottare un approccio globale e di realizzare “politiche per una scuola sana, ambienti scolastici come luoghi di benessere fisico e sociale, curricula educativi per la salute, collegamenti e attività comuni con altri servizi rivolti alla cittadinanza e con i servizi sanitari”.
Sostenere processi di empowerment
Questa prospettiva, supportata da una vasta letteratura e da molte esperienze validate su scala internazionale, chiama il sistema sanitario della prevenzione ad un riorientamento in termini di “appropriatezza” (efficacia, inter-settorialità, sostenibilità ed equità) delle proprie azioni, e verso un ruolo di advocacy finalizzato a promuovere e sostenere processi di empowerment delle comunità e delle organizzazioni in cui le persone vivono quotidianamente.
Parallelamente le novità normative che hanno potenziato l’autonomia delle singole istituzioni scolastiche, hanno sancito da un lato il principio della personalizzazione dei percorsi formativi, che devono essere centrati sui reali bisogni educativi e formativi dei singoli alunni, e dall’altro hanno accresciuto la responsabilità delle singole comunità scolastiche nel promuovere gli apprendimenti degli alunni e nel monitorare e tenere costantemente sotto controllo l’intero processo educativo nel quale si colloca anche l’esperienza scolastica.
Fra gli addetti ai lavori di entrambi i settori è cresciuta quindi la consapevolezza che migliorare la salute e l’istruzione sono obiettivi strettamente interconnessi: agire nel campo dell’istruzione, infatti, non ha solo il potere di incrementare il livello culturale e la prosperità economica di un paese, ma ha anche un impatto notevole in termini di risultati di salute, poiché lo sviluppo delle competenze di vita (life skills), che è uno dei compiti fondamentali della scuola, consente ai singoli e ai gruppi di adottare comportamenti positivi e di sviluppare capacità di adattamento che li rendono capaci di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni e in grado di mantenere il controllo sulla qualità della propria salute.
La scuola, in quanto luogo di apprendimento, gioca dunque un ruolo primario ed essenziale nello sviluppo e mantenimento di salute e benessere sin dall’età giovanile: attraverso l’attività curriculare, le caratteristiche organizzative e ambientali, le relazioni con le famiglie e con la comunità locale.
Una sedimentata storia di collaborazione istituzionale
In Lombardia lo storico percorso di collaborazione tra “sistema sanitario” e “sistema scolastico” in tema di prevenzione, avviato già a partire dagli anni ‘80, ha consentito di condividere a livello istituzionale fin dal 2006 un Protocollo d’Intesa relativo alle attività di promozione ed educazione alla salute nelle scuole sottoscritto dalla Direzione Generale Salute di Regione Lombardia e dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia.
Questa prima intesa e l’ingente patrimonio di esperienze concrete sviluppate dalle Scuole in collaborazione con le ASL hanno posto le basi per l’ulteriore sviluppo della collaborazione tra Regione e USR che, nel 2010, ha visto attivare uno specifico percorso di ricerca e formazione realizzato da più di 80 Dirigenti scolastici delle scuole di tutte le province lombarde e dai rispettivi referenti delle Aziende Sanitarie Locali.
Attraverso un processo di interpretazione e contestualizzazione alla realtà del nostro territorio, dei principali documenti internazionali sulla promozione della salute a scuola (in particolare la Risoluzione della 3° Conferenza europea delle scuole promotrici di salute Migliorare le Scuole attraverso la salute, del giugno 2009[5]) è stata declinato un modello di riferimento comune che rappresenta i contenuti della nuova Intesa tra Regione Lombardia e USR per la Lombardia La scuola lombarda che promuove salute sottoscritta il 14 luglio 2011[6].
La “Scuola che promuove salute” s’impegna ad attivare un processo di auto-analisi in relazione ai diversi determinanti così da definire il proprio profilo di salute, a pianificare un processo di miglioramento, a mettere in atto azioni fondate su evidenze di efficacia e/o buone pratiche validate e, infine a monitorare il processo intrapreso sulla base dei risultati funzionali alla ridefinizione dei propri obiettivi.
Dall’Intesa del 2011 si è venuta costituendo nel corso dell’anno scolastico 2012-2013, la Rete Scuole che Promuovono Salute - Lombardia, che conta a tutt’oggi l’adesione di 192 Istituti scolastici per un totale di circa 190.000 studenti coinvolti.
Ambienti favorevoli alla salute
Le scuole della Rete si impegnano ad essere “ambienti favorevoli alla salute” attraverso azioni (evidence based) di natura educativo/formativa (attività curriculare, life skills), sociale (ascolto, collaborazione, partecipazione, ecc.), organizzativa (qualità di mense e distributori snack, frutta a merenda, pedibus e percorsi ciclabili casa scuola, attività fisica curriculare ed extracurriculare, ambiente libero dal fumo, ecc.) e di collaborazione con altri soggetti della comunità locale (Associazionismo, Volontariato, ecc.).
Tutto ciò garantisce un’attivazione (empowerment) delle Scuole a 360°, con il supporto tecnico scientifico delle ASL là dove necessario, nel rafforzamento delle competenze e della consapevolezza di tutti gli attori della comunità scolastica (studenti e genitori, dirigenti, insegnanti, personale ATA) rispetto alla propria salute, valorizzando le scuole stesse in quanto “luoghi” ove l’adozione di comportamenti salutari è resa “facile” nella quotidianità e, proprio grazie a questo, si radicano nella cultura comportamenti e stili di vita sani. Quello della Rete delle Scuole che Promuovono Salute è l’approccio metodologico che le ASL propongono a tutte le Scuole del territorio regionale.
Dal Gennaio 2014 la Rete SPS Lombardia è membro del Network Schools for Health in Europe (http://www.schools-for-health.eu/she-network) un’organizzazione internazionale che raccoglie e mette in contatto esperienze analoghe in molti Paesi europei.
Si può quindi affermare che il vasto corpo di evidenze e l’esperienza costruttiva del lavoro congiunto tra scuole e sanità nella nostra regione rafforza e rende concreta l’idea di un legame virtuoso tra salute e istruzione. Valorizzando e sostenendo un approccio globale, i processi di empowerment individuale e di comunità coinvolgono numeri sempre maggiori di cittadini, le politiche e le pratiche migliorano in modo coerente l’ambiente scolastico, e anche i risultati educativi, il livello di salute e il benessere dell’intera comunità scolastica (e non solo) ne trovano giovamento. Tutto ciò permette ai diversi attori in gioco di rispondere in modo efficace alla propria rispettiva mission: alla scuola, nella formazione, garantendo il successo formativo di tutti e di ciascuno, al sistema sanitario, nella promozione e nella tutela della salute, agendo in modo più efficace sul piano della promozione di stili di vita salutari.
[1] MIUR – Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
[2] Regione Lombardia – DG Famiglia, Solidarietà sociale e Volontariato
[3] Regione Lombardia – DG Salute
[4] WHO (1986), The Ottawa Charter for Health Promotion
[5] Cfr.Better schools trough health, the Third European Conference on Health Promoting Schools, Vilnius, 2009
[6] Cfr. cap. 5, I documenti della Rete SPS
Corrado Celata Componente del Direttivo Nazionale
Nei 4 incontri, condotti da medici e da uno psicologo e diretti a circa 20 partecipanti, si affrontano temi relativi alle problematiche della menopausa, (modifiche assetto ormonale, aspetti psicologici, alimentazione, patologie cronico-degenerative, loro prevenzione).Sono state inoltre registrate in forma anonima le misure antropometriche.
Risultati: Dal confronto tra le risposte ai test somministrati nel 1° e nel 4° incontro risulta un miglioramento delle conoscenze soprattutto per quanto riguarda il rischio cardiovascolare ed i corretti stili di vita, Il questionario di gradimento ha dato risultati positivi. E' aumentata l’adesione ai programmi di screening.
Conclusioni: Il programma proposto prevede il coinvolgimento di più attori, compresi i decisori e le donne interessate. Il successo dell’intervento è direttamente proporzionale al grado di integrazione e partecipazione raggiunto: esso si inserisce in un percorso di Educazione Sanitaria intesa come strumento di promozione della salute.