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Numero 37 luglio - agosto 2015

 
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Francesco e la promozione della salute

 
Poteva passare inosservata alla Società Italiana per la Promozione della Salute l’Enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco? Il “prete” argentino ha così racchiuso in questa opera il massimo del suo pensiero: l’Enciclica sulla cura della “casa” comune.

Ma prima di soffermarci ad esaminarla corre l’obbligo del richiamo all’altro Francesco, quello di Assisi, che circa 1000 anni fa lanciò il suo primo “canto di amore” per quello che oggi viene definita “ecologia integrale” dove ogni creatura, vivente o non, è “fratello o sorella”. Infatti… “se noi ci accostiamo alla natura ed all’ambiente senza apertura allo stupore ed alla meraviglia, se non parliamo il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste la sobrietà e la “cura” scaturiranno in modo spontaneo…”.

Con queste parole Papa Francesco ci invita ad una nuova lettura di quel cantico delle creature con la viva speranza che ciò comporti una forte riflessione sull’intera opera del Poverello di Assisi; una nuova lettura che ci farebbe comprender quanto Francesco sia stato il primo “illuminista” in quanto primo ed estremo difensore non solo del concetto di fratellanza ma anche di quello di uguaglianza e quindi di libertà e il tutto viene cantato con note e parole che sgorgano dal cuore prima che dalla voce.

Per opportuna e doverosa chiarezza si ritiene che ogni educatore ed ogni promotore di salute non possa fare a meno della lettura dell’Enciclica “Laudato sì”; ci limiteremo pertanto ad alcune brevi considerazioni con l’augurio che possano essere anche stimolo e richiamo alla lettura stessa.

Con l’invito di cercare la postività non si può prescindere da questo studio senza tenere in considerazione quanto hanno fatto i predecessori di Francesco cominciando a partire da Giovanni XXIII che con la sua “Pacem in terris” si rivolgeva “a tutti gli uomini di buona volontà”; a Paolo VI che parlando alla FAO accennò al timore di una vera catastrofe ecologica; ed ancora sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI.

In poche parole: sempre tutti uniti dalla stessa preoccupazione con il costante appello ad unire la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile ed integrale, rimuovendo il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta partendo da un’attenta analisi di quello che sta accadendo alla nostra “casa comune”. Infatti, inquinamento e cambiamento climatico, la questione dell’acqua, la perdita della biodiversività, il deterioramento della qualità della vita e l’iniquità planetaria sono le sue principali caratteristiche.

Vi è anche un forte richiamo alla radice umana della crisi ecologica con considerazioni sulla tecnologia, sulla creatività e potere, nonché sulla globalizzazione del paradigma tecnocratico con la conseguente necessità di difendere il lavoro ed investire nella ricerca per l’innovazione biologica.

Ma è attraverso un’ecologia integrale, intesa come comprensione di quella ambientale – economica – sociale, nonché un’ecologia culturale e della vita quotidiana che possiamo riaffermare il principio del bene comune come giustizia fra le generazioni. È attraverso il dialogo sull’ambiente nelle politiche internazionali e nelle politiche nazionali e locali, attraverso il dialogo e la trasparenza nei processi decisionali ed attraverso un permanente dialogo tra politica ed economia che si possono individuare alcune linee di orientamento e di azione per il futuro.

Necessita pertanto puntare su un altro stile di vita, attuare una conversione ecologica che porti ad educare all’alleanza tra umanità ed ambienti portando gioia e pace.

C’è anche un forte invito a distinguere quel concetto di benessere che tende ad essere egoista, cedendo al richiamo del consumismo, dal bene comune come passaggio da ciò che è meglio per me a ciò che è meglio per tutti; a tal fine occorrono modelli di sviluppo diversi da quello già accennato di “paradigma tecnocratico” dominante.

Con il crollo dei muri (anche se ne costruiscono dei nuovi), e la globalizzazione, il neo-capitalismo produce sempre più società ingiuste (disuguaglianze) con incredibili concentrazioni di ricchezze e spaventose masse di poveri.

La domanda è: quanto questo sistema può essere riformato, limitato, ricondotto al rispetto dell’umanità e dell’ambiente?

Ci dobbiamo chiedere infatti se l’azione degli uomini, il sentimento di fratellanza universale di francescana memoria sia in grado di limitare gli eccessi della macchina produttiva, la dittatura della finanza, la distruzione dell’ambiente e del concetto di bene comune, la privatizzazione di ogni cosa a cominciare dalla fonte della vita: l’acqua.

A noi preme evidenziare in conclusione che dobbiamo aspirare ad una sostenibilità ambientale – economica – sociale attraverso una ecologia integrale tenendo sempre presente il mondo che vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi.

Nell’augurarvi buona lettura vi saluto come fa Papa Francesco e del resto con l’Expo a Milano siamo in pieno tema: “buon appetito”
 
 

Educazione socio-affettiva e sessuale:
Peer education come modello virtuoso di apprendimento



I dati sui comportamenti sessuali dei ragazzi indicano un abbassamento dell’età del primo rapporto sessuale. Nello studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) del 2009-2010 «Stili di vita e salute dei giovani in età scolare» (un’indagine ripetuta ogni quattro anni, che rileva stili di vita e comportamenti che condizionano la salute futura nella fascia di età compresa tra 11 e 15 anni) il 15,7% dei maschi trentini e il 20% delle ragazze trentine di 15 anni dichiara di aver già avuto un rapporto sessuale completo. Tra coloro che hanno avuto rapporti, il 91,8% dei maschi e 78,6% delle femmine dichiara di aver utilizzato il preservativo durante l’ultimo rapporto.

L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento offre progetti di educazione socio-affettiva e sessuale ai ragazzi delle classi terze delle scuole medie, ad opera di uno psicologo e di un operatore sanitario, con un’ottima copertura sulle scuole di tutto il territorio provinciale. Dal 2010 è stata attivata anche la peer education che viene proposta nella seconda classe delle scuole superiori fornendo così un percorso sulla sessualità che si snoda sullo sviluppo dell’adolescente. I principali contenuti del progetto sono: significato e ruolo della sessualità, sua dimensione relazionale e affettiva, il rapporto sessuale come scelta consapevole, contraccezione e malattie sessualmente trasmesse, comportamenti a rischio, stereotipi e pregiudizi, life skill. La peer education è uno dei metodi, raccomandati dall’OMS, su cui si fondano progetti di prevenzione dei comportamenti a rischio e che favorisce il coinvolgimento di tutta la comunità sia essa scolastica che territoriale. Questo metodo si avvale della naturale tendenza dei pari, soprattutto in adolescenza, ad avere influenza sui coetanei in modo da indirizzarla in funzione di un obiettivo educativo e di superare le tradizionali barriere di comunicazione fra adulti e adolescenti. La peer education mira a favorire l’empowerment dei soggetti e a rendere i giovani stessi attori del processo educativo; il ruolo dell’adulto è di facilitatore e formatore dei peer leader.

Il progetto di peer education viene svolto in alcune scuole superiori dell’ambito Alto Garda e Ledro (ENAIP Varone del Garda, Gardascuole e ENAIP Arco) dal 2010 in collaborazione con le referenti per la salute della scuola Laura Gottardi e Francesca Planchesteiner e nell’ultimo anno con la psicologa Federica Mattarei. In questi cinque anni di attività è stato possibile formare sulle tematiche socio-affettive e sessuali circa 80 peer leader e molti degli insegnanti delle scuole di appartenenza coinvolti dai dirigenti scolastici.

Tale progetto ha suscitato spesso un’iniziale diffidenza da parte degli adulti di riferimento sia per la tipologia delle tematiche affrontate sia per la paura delle ripercussioni di tale progetto sulla resa scolastica. Il progetto prevede infatti un impegno da parte degli studenti di circa 20 ore e un loro ulteriore coinvolgimento attivo nel diffondere tali tematiche tra i pari e nella comunità. Questi dubbi si sono poi sciolti durante il percorso nel constatare l’entusiasmo, la maturità e la crescita personale dimostrata dai ragazzi coinvolti e anche nel verificare una importante ricaduta positiva sul gruppo dei pari. Si rileva inoltre che l’iniziativa ha permesso un percorso di trasformazione sia delle scuole sia della comunità che ha favorito una maggior apertura al dialogo su di un tema da sempre vissuto come scottante da parte delle scuole stesse.

 
Daniela Kaisermann – Socio SIPS, Delegazione Trentino-Alto Adige
Hanno inoltre collaborato: Trementini Marta, Fellin Silvana, William Mantovani (Dipartimento di Prevenzione, Trento)
 

Documentazione e promozione della salute
Promozione della salute e antropocentrismo

Le scienze, che si occupano dell’umano e dell'ambiente, inevitabilmente rivolgono il proprio interesse teorico e la propria attività di ricerca alla promozione della salute. Non possono tuttavia limitare il loro impegno teorico e pratico alla acquisizione di strumenti tecnici e linguaggi formali e riflessivi che permettano all'uomo di realizzare nel mondo unicamente le proprie esigenze e i propri desideri. Si consideri che tali mezzi tecnologici e tali linguaggi sono stati facili da comprendere e da accogliere finché è parso che la vita sociale potesse ruotare unicamente sull'individuo e sulle sue libertà.

Oggi, sempre più responsabilmente, comprendiamo l'urgenza di cambiare tale prospettiva e di imparare a condividere e collaborare per gettare le basi di una solidarietà concreta e autentica in grado di salvaguardare il nostro futuro e il futuro del mondo.

Abbiamo capito che il compito dell'uomo non è possedere e asservire la realtà e l'ambiente a sé stesso, al proprio disegno di benessere, attraverso conoscenze e competenze di grande rilievo.

La salute e il bene-essere dell'individuo, infatti, non possono escludere e ignorare la salute e il benessere degli altri, di qualsiasi comunità umana, del pianeta nel suo insieme.

Questa trasformazione di prospettiva richiede una presa di coscienza e un approccio rivoluzionari nei confronti della vita sociale e della visione antropocentrica della realtà ambientale.

I sistemi produttivi industriali e i modelli di sviluppo basati sul consumo minacciano radicalmente il destino del pianeta e, con esso, le condizioni di salute e di benessere di ogni essere vivente.

Pare, perciò, inevitabile mettere in discussione gli attuali stili di vita, i modi di consumare, il modo di sfruttare le fonti energetiche, di accedere all'acqua potabile, di utilizzare le terre fertili, di costruire, di abitare, di riscaldarci, di divertirci, di urbanizzare. Avvertiamo tutti come inevitabile la decisione di trasformare profondamente gli strumenti di produzione, i mezzi di trasporto pubblici e privati, il nostro modo di alimentarci.

I contorni complessi di queste decisioni toccano una molteplicità di interessi etici, politici ed economici, ma soprattutto sollecitano la presenza di istituzioni educative che sappiano coniugare e normare il rapporto tra individuo e collettività, tra salute e benessere individuale e salute e benessere sociale, tra vita umana e vita del mondo, per dare spazio a una mentalità che ci metta in grado di condividere con gli altri da subito il nostro presente.


Bibliografia

Lettera enciclica di Papa Francesco “Laudato si'. Sulla cura della casa comune”, Ancora, Milano, 2015;

Anichini A., La didattica del futuro, Pearson Italia, Milano 2012;

Biondi G., La scuola dopo le nuove tecnologie, Apogeo, Milano, 2007;

Cambi F., Abitare il disincanto. Una pedagogia per il postmoderno, UTET Università, Novara, 2006;

Morin E., La testa ben fatta, Cortina, Milano, 2000;

Salza A., Bambini perduti, Sperling & Kupfer, Milano, 2010.

di Antonio De Angeli. Socio fondatore SIPS

 

 


Evidenziamoli

Abstract presentati che meritano maggiore attenzione

Pianificazione Urbanistica

Indicazioni operative rivolte ai Dipartimenti: aspetti di pertinenza asl in ambito V.A.S. (Valutazione Ambientale strategica) legata agli strumenti di pianificazione urbanistica


Giuseppina Rizzo1, Carmen Dirita2, Anna Gay3, Bianca Nucci4, Gianmartino Biollo5, Valerio Vecchie’4, Enrico Procopio4

1ASLCN1, 2ASL TO1, 3ASL AL, 4ASL TO3, 5ASL VCo

giuseppina.rizzo@aslcn1.it

 
Dove costruire o allestire la scuola e come collegarla ai luoghi di residenza e di lavoro dei genitori, incentivando all'attività fisica con pedibus, piste ciclabili abbinate a valutazioni di prevenzione incidenti stradali, luoghi salubri da inquinamenti vari abbinati a valutazioni di prevenzione incidenti domestici, impatti acustici, ecc.; la conoscenza della prevenzione inizia dalla scuola, di ogni ordine e grado, compresa l'Università dove mancano da tempo insegnamenti legati agli impatti dell'ambiente esterno/interno sulla salute umana: educare alla responsabilità!

Occorre porre attenzione come corsi di Laurea per urbanisti, architetti, ingegneri, medici di igiene pubblica e TPALL, per citare i più coinvolti, sono poco sensibili ad argomenti di igiene ambientale e salute. Per i processi di VAS legati alla pianificazione urbanistica, la Regione Piemonte individua l’ASL tra i soggetti aventi competenza in materia ambientale.

Nasce allora spontanea, negli operatori ASL coinvolti, la ricerca di conoscenze e di indirizzi operativi comuni e condivisi. Gli operatori delle ASL chiamati a rappresentare il territorio regionale, elaborano così uno strumento correlabile alle principali problematiche di valenza sanitaria.

La sua consultazione potrebbe forse anche agevolare gli organi decisori e i progettisti nelle valutazioni ambientali riferite alla componente di prevenzione della salute. Il luogo dove la comunità sviluppa il senso di appartenenza è la scuola ed è lì che deve nascere il concetto di salute.

Il percorso ha comportato la:
- condivisione di esperienze maturate sui territori;
- disamina di normative (ambientali, urbanistiche, sanitarie, ecc.);
- ricerca sitografica/bibliografia di esperienze sanitarie analoghe;
- consultazione di bibliografia scientifica.

La consultazione con i Dipartimenti di Prevenzione e con altri importanti attori della Regione (Università/Politecnico, Direzioni Pianificazione e Ambiente, ARPA, ecc.) ha portato alla conclusione condivisa del documento.

L’odierno concetto di salute affianca al benessere fisico la componente sociale – educativa e la reazione individuale agli eventi della vita. Pertanto, l’operatore sanitario deve farsi promotore di aspetti legati all’igiene dell’abitato, oltre che a impatti sulla salute di inquinanti esterni, antinfortunistica collettiva (es. incidenti stradali e in luoghi di vita), stili di vita favoriti o disincentivati da scelte urbanistiche (es. disponibilità di aree verdi e allocazione di scuole ed attività fisica), benessere sociale strettamente connesso con quello mentale e fisico di individui e di comunità (es. prossimità dei servizi, sicurezza, integrazione sociale).

Di qui la consapevolezza di riaffermare il proprio ruolo, confermando l’importanza della Sanità nei processi di valutazione ambientale, soprattutto se riferiti alla pianificazione territoriale, utilizzando una metodologia di approccio cartografico/fotografico che potrebbe agevolare i compiti degli operatori ASL e dei promotori dell’educazione alla salute e dell’analisi ambientale.
 
MEETING NAZIONALE
La promozione della salute in tutte le politiche e professioni



Vaglio di Basilicata (PZ)
4 e 5 settembre 2015
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a cura di Filomena Lo Sasso e Sergio Ardis

La promozione della salute e le disuguaglianze





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