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Società Italiana per la 

Promozione della Salute


www.sipsalute.it
 

Dicembre 2013   -  n. 19

Può la lettura di un libro favorire il benessere dei bambini?
Il progetto “Lettura e Salute” spiega come e perché

Una delle otto azioni promosse dal programma Genitori più promuove la lettura ad alta voce ai bambini a partire dai 6 mesi di vita. È dimostrato che un processo costante di alfabetizzazione consente a ogni individuo di sviluppare abilità cognitive e sociali che lo rendono capace di accedere, comprendere e utilizzare le informazioni in modo consapevole e di essere in prima persona responsabile del mantenimento del proprio stato di salute, processo definito con una terminologia usata a livello internazionale health literacy. Si è oramai concordi che la lettura ad alta voce fin dalla prima infanzia favorisce nel bambino l’health literacy e l’approccio alla parola scritta, migliora inoltra la capacità di attenzione e la disposizione alla lettura e alla scuola.
ASL Milano, Sistema Bibliotecario Urbano del Comune Milano, Biblioteche dei Comuni di Cinisello Balsamo e di Sesto San Giovanni, SiMPeF, Nati per Leggere Lombardia e UNICEF, da sempre sensibili alla promozione della salute e al benessere dei bambini e delle loro famiglie, hanno realizzato il progetto “Lettura e Salute” per offrire delle opportunità di incontro, di informazione e di lettura ad alta voce.
La fase pilota del progetto ha coinvolto, tra settembre e novembre a Milano e provincia, molti operatori del sistema sanitario, bibliotecari, pediatri di famiglia, tanti bambini e tante famiglie per scoprire insieme, i vantaggi e le opportunità offerti dalla lettura ad alta voce.
Sono stati organizzati 9 incontri nei Consultori Familiari Integrati di ASL Milano per promuovere un corretto approccio ai libri e alla lettura ad alta voce rivolti ai genitori con bambini nel primo anno di vita. Durante questi incontri sono stati illustrati alcuni libri presenti nelle biblioteche e proposti dei momenti di lettura ad alta voce per far sperimentare alla coppia genitore-bambino l’utilizzo del libro in tutte le sue varianti e potenzialità con il supporto degli esperti dell’ASL, delle Biblioteche e dei Pediatri di famiglia. In alcuni casi è stata presente anche una mediatrice culturale.
Nelle Biblioteche aderenti al progetto sono poi stati realizzati 8 incontri per promuovere comportamenti salutari tra i bambini e in famiglia, come suggerito dal programma ministeriale Guadagnare salute. Gli esperti di ASL Milano, supportati da un pediatra di famiglia e dai bibliotecari, hanno affrontato alcune tematiche selezionate tra le azioni di GenitoriPiù (allattamento materno, sana alimentazione in famiglia, vaccinazioni, gioco e movimento, prevenzione dell’esposizione al fumo passivo, sicurezza in casa e fuori) e risposto ai quesiti dei genitori.
Per questa prima fase pilota di Lettura e Salute è stata messa in funzione una importante macchina organizzativa. Gli eventi sono stati pubblicizzati attraverso materiali di comunicazione elaborati ad hoc (brochure, locandine, inviti) distribuiti nelle biblioteche, in diversi servizi sanitari dell’ASL e nel territorio di ASL Milano. È stato poi messo in onda uno spot pubblicitario di Nati per Leggere proiettato nelle sale cinematografiche e su alcune reti televisive. È stata data ampia diffusione al progetto e agli incontri sui giornali locali e nazionali, attraverso i siti internet degli enti partner e i tweet  di ASL Milano. Infine, ASL Milano ha messo a disposizione un numero verde per dare informazioni sul progetto e sugli eventi.
Il gradimento e l’interesse mostrato dalle famiglie è stato elevato ed è in via di definizione il nuovo ciclo di incontri di Lettura e Salute per l’anno 2014 che vedrà un’estensione del progetto e degli eventi anche ad altri consultori e biblioteche e un ruolo ancora più partecipato dei pediatri di famiglia.
Lettura e Salute,  con il suo approccio multi professionale e intersettoriale, cerca di favorire processi di empowerment individuale  e collettivo, di attivare reti e nuove collaborazioni per promuovere un cambiamento culturale e un nuovo approccio alla promozione della salute così come proposto nella Carta di Ottawa.
L’aspirazione è arrivare a considerare gli incontri di Lettura e Salute come parte integrante delle attività dell’ASL e delle Biblioteche, di organizzare momenti di lettura ad alta voce in un gran numero di ambulatori pediatrici e, soprattutto, di promuovere l’iniziativa nella popolazione più bisognosa e vulnerabile, la più difficile da raggiungere, con la finalità di contribuire alla tutela della salute e alla riduzione delle disuguaglianze sociali.
 
Sitografia
 
Genitori più (www.genitoripiu.it)
Guadagnare salute (www.guadagnaresalute.it)
Nati per leggere (http://www.natiperleggere.it)
ASL Milano (www.asl.milano.it)
Spot "La sua storia comincia dalle tue parole. Leggere insieme, crescere insieme"  (http://www.natiperleggere.it/index.php?id=188)  
Biblioteche del Comune di Milano (www.comune.milano.it/biblioteche/)

Maria Enrica Bettinelli, pediatra, socio SIPS delegazione Lombardia

progetto in collaborazione con
Cristina Honorati, Referente Ufficio Acquisto Libri e Progetto Ragazzi, Servizio Biblioteche Rionali, Sistema Bibliotecario Urbano del Comune di Milano
Giovanna Malgaroli, Segreteria Nazionale Nati per Leggere
Anna Lamberti, Ss pediatri di famiglia e progetti per la salute materno infantile, Dipartimento Cure Primarie, ASL di Milano

La relazione: IO -TU 

Sempre più precocemente impariamo a scrivere e a leggere, ad usare il computer o a parlare una lingua straniera, ma è sempre più rara l’acquisizione di una grammatica che ci aiuta a creare e stare nelle relazioni umane. E questa è un’assurdità se pensiamo che la nostra vita è costantemente attraversata dalla presenza dell’altro ed è attraverso le relazioni, che gli essere umani creano legami necessari alla loro sopravvivenza. La relazione è una condizione esistenziale: non esiste essere o divenire senza rapporto. Questa è per la psychè quello che l’ossigeno è per il corpo: elemento di vita.
Le neuroscienze mostrano come le relazioni affettive aiutano il cervello a svilupparsi, integrarsi e a restare flessibile, a regolarne la chimica, il funzionamento immunitario e il senso di benessere (Cozolino 2006). Nel primo anno di vita, è grazie all’interazione con la madre, o con una figura accudente, che il neonato costruisce e struttura alcune aree e circuiti cerebrali fondamentali per lo sviluppo e la vita relazionale futura. Il divenire della personalità prende forma nella relazione: l’IO esiste all’interno di un processo dialogico con un TU, che conferisce valore e riconoscimento all’esistenza.
Avere qualche difficoltà nel campo dei rapporti umani è inevitabile. Per sua stessa natura una relazione non può essere perfetta e l’individuo non nasce con un particolare talento per comunicare o per entrare in relazione con l’altro. I rapporti richiedono decisione, impegno e responsabilità: si tratta di capire come funzionano, cosa significano e come ciò che facciamo o diciamo può migliorali o distruggerli. Siamo fragili, vulnerabili e ci spaventiamo facilmente. E proprio perché siamo tanto fragili, è facile ferire qualcuno e farlo soffrire. La sofferenza infatti non nasce mai da un conflitto di natura intellettuale. E’ nella relazione che incontriamo il dolore, perché qui entra in gioco il sistema emozionale. Lo psicoanalista J.Zinker (2002) osserva come la maggior parte dei conflitti interpersonali abbiano origine da una scarsa consapevolezza di se stessi, di quelle che sono le proprie polarità, le proprie emozioni e i propri bisogni. L’individuo reprime la consapevolezza di una parte di sé e poi la proietta sull’altro: è più facile vedere il male negli altri che non in noi stessi.
Il desiderio di relazione ci è dato dalla vita stessa, ma la capacità di stare nel rapporto e mantenerlo va acquisita. Cos’è che tutti noi chiediamo? Desideriamo essere piacevoli ed amabili per come siamo, nella nostra essenza autentica. Questo è un bisogno universale. L’uomo ha bisogno di qualcuno che gli voglia bene. Abbiamo tutti bisogno di manifestazioni d’amore perché questo significa essere pensati. Lo sguardo dell’altro costituisce una grande conferma e una forte rassicurazione: l’altro mi guarda quindi ESISTO! La relazione è esperienza di rispecchiamento e di conferma reciproca. E’ un concetto che ritroviamo anche nell’idealismo filosofico esse est percipi, un oggetto esiste solo se viene pensato, se nessuno lo pensa è come se non esistesse.
Nell’esperienza amorosa, amiamo l’altro perché è attraverso l’altro che scopriamo noi stessi e proprio per questo non amiamo chiunque ma solo qualcuno nel cui volto vediamo riflessi gli abissi della nostra anima, come in uno specchio.
Se vogliamo conoscere ed incontrare veramente qualcuno che vive accanto a noi dobbiamo diventare “impotenti”, cioè rinunciare al potere delle nostre certezze e delle nostre sicurezze e prestare ascolto, come apertura verso una dimensione psicologica diversa dalla nostra. Non sempre si può essere d’accordo con lui, è nomale. Non sempre riusciamo a comprendere fino in fondo il suo modo di pensare e sentire, è nomale. Non siamo lui. Ma l’apertura e l’accettazione alla diversità è conoscenza e crescita della nostra essenza in un continuo processo di integrazione della (nostra) personalità.
Riconoscere e accettare ciò che siamo, ci aiuta a riconoscere l’importanza di lasciare che anche gli altri siamo quello che sono. Uno dei più grandi atti di amore è permettere all’altro di essere diverso da noi, liberandolo dalle nostre aspettative. Purtroppo il contesto sociale in cui viviamo tende ad annullare la diversità, vissuta come minaccia per la nostra identità. Ma è proprio questa diversità che fa di noi degli individui unici ed irripetibili. Si deve imparare a leggere la diversità come un dono, una risorsa e un diritto. Non abbiamo né il potere, né il dovere, né tantomeno il diritto di cambiare un'altra persona. Non può esserci identità individuale senza diversità! Martin Buber, padre filosofico dell’idea della vita come intersoggettività, parlando dell’unicità dell’individuo dice “ciò che tu porti in questo mondo con la tua specifica essenza nessun altro può portarlo come lo manifesti tu”. Ognuno di noi ha un talento proprio ed esclusivo ed ogni relazione è unica nella sua irripetibilità. In un rapporto di reciprocità, l’amore per l’altro è dettato dall’amore di sé, e come esseri umani, non possiamo essere per tutti e tutti non possono essere per noi! Il recupero della relazione umana, l’attenzione e la cura verso quella danza creativa e ineffabile che ha origine dall’incontro di IO con un TU, costituisce il requisito indispensabile per la crescita di un individuo sano.
Martina Fondi, Socia fondatrice SIPS Delegazione Toscana

MA


Evidenziamoli

Abstract presentati che meritano maggiore attenzione
Vietato eccedere!
Vinicio Nardelli
ASL 9 Grosseto
 v.nardelli@usl9.toscana.it

ATTORI: studenti dei licei scientifico e classico del gruppo “ IN ALTERNATIVA “ che non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, 3 docenti e 2 esperti, rispettivamente dell'ASL9 di Grosseto (dirigente medico dell'U. F. Dipendenze Area Grossetana, delegato dall' U.O.C. Educazione alla Salute) e dell'associazione LIBERA di don Ciotti (referente provinciale di Grosseto).
L'idea, condivisa da studenti e docenti, nasce, attraverso la peer education, per riflettere, leggendo e confrontandosi con gli altri, al fine di raggiungere un'azione di sensibilizzazione, informazione ed educazione per specifici gruppi, nell'ottica di “ Scuole libere da uso di sostanze “. Dopo l'iscrizione al web forum “ DITESTAMIA “, gli studenti hanno voluto fortemente realizzare, per l'area tematica “ rischio e divertimento “, il progetto “ VIETATO ECCEDERE ! “, caratterizzato da un lavoro continuo di raccolta di materiale scritto, discusso tra loro e i docenti, e di sintesi, nelle ore scolastiche di alternativa all'insegnamento di religione. Ad aiutare gli studenti per tale raccolta di materiale, coadiuvati dai 3 docenti tutor, sono stati organizzati 2 incontri a tema, svoltisi presso il polo liceale il 22 gennaio ed il 12 febbraio scorsi, di 2 ore ciascuno. Nel primo incontro sono intervenuti gli esperti Roberta Giorgi di Grosseto, referente provinciale di LIBERA e Vinicio Nardelli, medico ASL9 per conto dell' Educazione alla Salute. Sul tema, scelto dagli studenti e docenti, riguardante il fenomeno sempre più espansivo delle dipendenze comportamentali (videopoker, slotmachine, internet, ecc.). Roberta ha portato all'attenzione dei partecipanti un video che, oltre a raccontare la nascita e gli esordi del gruppo Libera, fondato da don Luigi Ciotti, ha mostrato come sia possibile per adolescenti, giovani, studenti di ogni tipo, partecipare, come volontari, a campus estivi durante le vacanze scolastiche presso territori che hanno vista la nascita di cooperative sociali di tipo B, impegnate a riconvertire terreni, aziende, proprietà private, in passato appartenute a gruppi mafiosi, site sia nei luoghi propri delle organizzazioni malavitose (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia) sia nelle altre regioni italiane (metastasi a distanza). Grazie al lavoro della Magistratura, in collaborazione con il Ministero dell'Interno, tali beni sono stati confiscati e dati in gestione alle cooperative sociali di Libera per una nuova gestione o per una riconvesione economica, sociale e legale: un modo per vedere realizzata la speranza di un cambiamento possibile, di un ritorno alla legalità, alla partecipazione ed alla solidarietà. L'intervento di Roberta si è concluso con l'invito a partecipare, tutti insieme, il prossimo 16 marzo alla Giornata della Memoria, a Firenze, dove poter vivere con emozione, commozione, insieme a centinaia di migliaia di persone, l'ascolto, in religioso silenzio, di tutti i nomi delle vittime di mafia, bambini, giovani, donne e uomini che hanno pagato con la loro vita il No all'illegalità, alla violenza ed alla rassegnazione. A seguire,Vinicio Nardelli, in qualità di esperto nelle dipendenze patologiche, in questo come nell'incontro successivo del 12 febbraio,ha voluto prima fare una premessa sull'importanza di uno sviluppo armonico, libero, ma anche ben supportato dall'adulto quando ne viene chiesto l'intervento, dell'adolescente, sviluppo la cui incompletezza fino alla mancanza vera e propria, può aprire la strada al disagio personale, anticamera delle sirene ingannevoli delle sostanze e dei comportamenti a rischio fino alla patologia. I 2 casi di dipendenza da internet di Claudio, 23 anni, ex studente liceale modello ma cresciuto con figure adulte genitoriali ambigue o assenti, e di Alberto, 17 anni, adolescente irrequieto ma poco considerato dai suoi pari, che finisce persino in carcere per un'accusa di pedo-pornografia, hanno permesso di evidenziare come sia facile che l'esperienza adolescenziale di 2 ragazzi normali, se non correttamente seguita, anche se a distanza, porti alla caduta rapida e verticale verso la sofferenza patologica.
Tutto ciò, insieme alla visione di video musicali a tema di musicisti come I Nomadi (Dio è morto), di Federico Moro (Pensa), di John lennon (Imagine), insieme a pillole di conoscenza (frasi e pensieri del Dali lama o di altri), ad articoli di esperti di Neuroscienze, ha permesso di raccogliere quel materiale utile per portare argomentazioni e quesiti alla terza ed ultima giornata convegno-dibattito, in data da stabilire nel prossimo mese, che vedrà la probabile partecipazione di Nando Dalla Chiesa (o di un suo delegato), sociologo, del Direttivo di Libera nonché vittima della mafia.


Presentato al Meeting "Promozione della salute e diritti umani" - Pisa 19 aprile 2013

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