|
|
In questo numero
In questo numero annunciamo il meeting annuale della SIPS a Siena. A margine del meeting avrà luogo la prima assemblea generale elettiva della SIPS con la quale terminerà la fase costituente della Società Italiana per la Promozione della Salute.
Parleremo di world cafè, una metodologia educativa particolarmente adatta allo "stile" della promozione della salute e proporremo ai soci toscani di partecipare ad un evento formativo basato su questa metodologia.
|
|
|
Il WORLD CAFÈ come metodologia “salutare”
Un nuovo strumento di partecipazione e dialogo collaborativo
La felicità è data da un senso di appagamento complessivo che può essere scomposto in appagamento di aree specifiche quali ad esempio il matrimonio, il lavoro, il tempo libero, i rapporti sociali, l'autorealizzazione e la salute (Argyle 1987).
Questo stato di benessere, soprattutto nella sua forma più intensa -la gioia-, non solo viene provato da ognuno di noi, anche se spesso inconsapevolmente, ma si accompagna, da un punto di vista fisiologico, ad una attivazione generalizzata dell'organismo.
Ma come si fa ad essere felici, chi sono le persone felici?
Un gruppo di ricercatori dell’Università dell’ Arizona [1] ha studiato il tema, in particolare ha analizzato la felicità giornaliera: sembra che l’atteggiamento abbia una ruolo fondamentale, in particolare una maggiore felicità risulta associata al passare tempo in compagnia, parlando con gli altri, purché la conversazione non sia “parlare del più e del meno”, le persone felici, infatti, chiacchierano superficialmente un terzo in meno circa della media e fanno più discorsi importanti, il doppio rispetto alla media.
Quindi, se alla fine della giornata vogliamo essere felici, attenzione alle “chiacchiere da bar”, evitiamole, sono micidiali, penetrano nella mente in un modo talmente profondo che nemmeno ce ne accorgiamo.
Tutto diverso è il World Café: un modo di incontrarsi e conversare in tono cordiale e informale con più persone di argomenti svariati. Il World Café, tuttavia, richiede alcuni “ingredienti” che fanno la differenza: OSPITALITA’, NATURALITA’, SEMPLICITA’, AUTENTICITA’, CREATIVITA’ e ASSENZA di GIUDIZIO. Elementi che permettono di PARTECIPARE, APPRENDERE INSIEME e costruire quelle forme di INTELLIGENZA COLLETTIVA che già i nostri primissimi antenati sperimentavano quando si riunivano intorno al fuoco per parlare e affrontare questioni importanti.
Quindi, se non possiamo dire che Il World Café produce felicità, sicuramente, secondo la nostra esperienza, produce benessere, poiché dà vita a conversazioni autentiche, alla condivisione di conoscenze, punti di vista, esperienze tra persone che non si conoscono, permettendo il recupero della relazione umana, l’attenzione e la cura verso quella danza creativa e ineffabile che ha origine dall’incontro di IO con un TU e costituisce il requisito indispensabile per la crescita di un individuo sano (M. Fondi qui, dicembre 2013)
Il World Café, che si basa su alcuni principi [2] e sul formato sviluppato da The World Café (www.the worldcafe.com), cambia in base ai temi trattati, all’esperienza e alla sensibilità degli organizzatori. In questo senso la nostra esperienza sottolinea il momento dell’accoglienza in cui i partecipanti sono invitati a scegliere una poesia, la cui lettura diventa un primo momento di condivisione emotiva.
Il World Café è una pratica di dialogo che favorisce l’approfondimento e/o la ricerca di soluzioni su temi importanti e coinvolgenti per i partecipanti che si influenzano reciprocamente sentendosi parte di un insieme.
In ogni incontro, devono essere tenute presenti alcune linee guida:
SCOPO DELL’INCONTRO:
suggestioni, idee su un tema. In questo senso il nostro ultimo world café voleva permettere il confronto su
”Come lavorare meglio, per stare meglio”
DOVE:
in uno spazio e in un’atmosfera accogliente che permetta di liberare la creatività e avere risultati significativi: si creano, infatti, le condizioni perché tutti partecipino con l’ascolto attivo e la condivisione delle loro idee
COME:
organizzando tavoli (muniti di snack) con un “padrone di casa” che facilita la discussione, riassume le scoperte, le idee per riportarle al gruppo
COSA:
una domanda forte, potente ad esempio:
Nel mio lavoro:
[*] mi piacerebbe che i colleghi….
[*] non mi piace quando i colleghi….
[*] sto bene al lavoro se………
CONDIVISIONE:
si crea una galleria dove vengono appesi i fogli con le idee e le intuizioni (pubblicate con Post-it) che permettono di cominciare ad avere le risposte di cui abbiamo bisogno per “stare meglio!”
All’interno di questa filosofia, devono essere esplicitate le regole del World Cafè:
- Concentrati su ciò che è importante;
- Contribuisci con le tue idee;
- Parla con la mente e con il cuore;
- Collega e connetti le idee;
- Dai forza e visibilità alla conoscenza collettiva;
- Gioca, scarabocchia, disegna sulle tovaglie;
- Divertiti!
E poi, il vero motore della metodologia: l’Ascolto Attivo, che implica il passaggio da un atteggiamento del tipo "giusto-sbagliato", "io ho ragione-tu hai torto", "amico-nemico" ad un altro in cui si assume che l'interlocutore è intelligente e che devi solo (!!!!) capirlo.
[1] Per i risultati della ricerca: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2861779/
[2] Alcuni link sul World Café, nato dalla creatività innovativa di David Isaacs e Juanita Brown, per una metodologia di dialogo http://www.loci.it/?id=831 - http://www.crescerealsud.it/eventi/world-cafe/ - http://mariogastaldi.com/
di Angelo Alberto, insegnante, Vicepresidente SIPS Toscana
Dalle tradizioni popolari alle multinazionali
Il Socio Adriano Sofo ha scritto per la nostra newsletter un contributo storico che pubblicheremo in tre parti a partire da questa newsletter.
Da quando le piante sono alimento per l’uomo, esse sono state anche utilizzate come farmaci: per lenire il dolore, per digerire meglio (spesso alimenti crudi), per il benessere in generale. In realtà, già i nostri antenati primati erano in grado di automedicarsi mangiando frutti di bosco ricchi di una sostanza chimica chiamata tannino, che era – e tuttora è – una cura efficace contro i parassiti intestinali. I primati, probabilmente perché dotati di una certa autocoscienza e della capacità di manipolare l’ambiente circostante, sono abbastanza bravi a procurarsi erbe curative. Ad esempio, i gorilla sanno riconoscere e raccogliere circa 118 diverse specie di piante con varie proprietà medicinali, compresi semi ricchi di caffeina, i frutti degli alberi di cola e persino i semi velenosi delle piante appartenenti alla famiglia delle Apocynaceae (canapa del Canada), che in piccole quantità possono aiutare a non affaticare il cuore. Attraverso tentativi ed errori, i primi gruppi di cacciatori-raccoglitori sarebbero venuti a conoscenza di alcune piante che avevano proprietà curative; fu poi la tradizione orale a tramandare questo sapere di generazione in generazione. Nei reperti di un’abitazione di 77.000 anni fa (età della pietra) in Sud Africa, sono stati rinvenuti resti di varie specie di giunchi e carici, così come foglie di una pianta (Cryptocarya woodii) contente sostanze chimiche con proprietà insetticide e sarebbero quindi state adatte costruire giacigli in grado di respingere le zanzare.
Con il passar del tempo, un maggiore benessere e una migliore qualità di vita resero gli uomini più inclini ad informarsi sulle piante. Fu così che ebbe inizio l’uso di piante per ottenere rimedi curativi più complessi. Con l’aumento della complessità, la memoria non bastava più. Si cominciarono quindi a trascrivere gli ingredienti e i metodi di applicazione dei rimedi fitoterapici. Alcune di queste descrizioni “erboristiche” ci sono miracolosamente pervenute. In un documento registrato nel 1500 a.C. in Egitto, ma che si ritiene sia stato copiato da testi precedenti risalenti 3000 a.C., era ben descritta una panoramica sul mondo della medicina egizia, che prevedeva l’uso di rimedi rudimentali come una miscela di diverse erbe tritate ed essiccate su un mattone per essere inalate al fine di curare l’asma. La medicina più efficace, descritta come “un delizioso rimedio contro la morte”, prevedeva l’uso di mezza cipolla e schiuma di birra. La medicina ayurvedica dell’India antica descrive circa 1250 diverse piante medicinali nei suoi testi sanscriti. Un gran numero di questi sono stati esaminati da fitoterapisti contemporanei alla ricerca di nuovi principi attivi. In Cina, durante la dinastia Han (206 – 220 a.C.) vennero redatti i quattro classici della medicina cinese: Huang Di Nei Jing (classico dell’imperatore giallo), Nan Jing (classico delle difficoltà), Shang Han Za Bing Lun (Il libro dei danni causati dal freddo e di altre malattie) e Shen Nong Ben Cao Jing (Materia Medica del dio dell’agricoltura). In quest’ultimo, erano riportate 365 diverse forme di erba, legno, radici e pietre, insieme a varie parti di animali, con accanto il loro effetto sulla salute. E’ inoltre noto che gli antichi Greci e Romani utilizzavano varie piante medicinali.
Durante il Medioevo, i rimedi a base di erbe degli antichi stati legati ad un approccio in gran parte spirituale e, dal momento che la Chiesa era il principale centro di alfabetizzazione, molti degli antichi testi medicinali furono trascritti dai monaci insieme ai loro manoscritti religiosi. Di conseguenza, i monasteri divennero ben presto i centri locali di conoscenza medica. Nei chiostri dei conventi venivano coltivate molte delle erbe e degli arbusti necessari per preparare le cure e le pozioni prescritte, come basilico, cumino, aglio, finocchio, ecc., al punto tale che le popolazioni dei villaggi circostanti si recavano ai monasteri per ricevere le cure. Una delle principali scuole di medicina praticata dai monaci e medici popolari del Medioevo fu quella dell’umorismo, che aveva le sue radici nella medicina greca del 400 a.C., e rimase la base della medicina moderna in Europa fino al XVIII secolo. In base a questo approccio medico, la malattia era il risultato di uno squilibrio di uno dei quattro umori (bile gialla, flemma, sangue e bile nera) e a questo squilibrio si poteva rimediare usando le piante opportune. Si credeva che le piante potessero essere calde, fredde, umide o secche, e che la loro forma e struttura fossero indicative delle loro proprietà curative. Ad esempio, i semi a forma di teschio della Scutellaria spp. erano usati per curare il mal di testa, mentre le foglie a pois di Pulmonaria spp., che ricordavano appunto la forma di un polmone, servivano per il trattamento dei disturbi respiratori.
Continua nela prossima newsletter
di Adriano Sofo, Ricercatore Universitario, Delegazione SIPS Basilicata
Documentazione e promozione della salute
Lettura e “bene-essere”.
La pratica della lettura può essere una “terapia”, ma è certamente un fattore sociale di “bene-essere” in grado di contribuire a migliorare le condizioni di salute personale e collettiva.
Per questo motivo la lettura non è mai un passatempo inutile e passivo, anche se può essere separata da una finalità precisa e fatta magari per il solo piacere di leggere, per l’arricchimento culturale.
Capire un discorso, un racconto, una storia, un problema non è sempre facile nella nostra società della conoscenza. Fin dall’infanzia l’ascolto del parlato e l’esplorazione dei materiali stampati educano i bambini al confronto con gli altri, promuovono le loro esperienze, la capacità di osservazione e riflessione, il desiderio di chiedere spiegazione, il livello di auto-consapevolezza.
Molti bambini imparano a leggere da autodidatti già prima di entrare nella scuola. I bambini che hanno acquisito in famiglia un grande interesse per la lettura, trovano molto divertente leggere e possono divenire in seguito “forti lettori”. Ognuno impara a leggere meglio e prima se è in relazione con gli altri. Non basta convivere nella società, ma questa stessa società occorre crearla continuamente insieme, imparando ad immaginarla e prefigurarla nella scambio con gli altri, distinguendo tra mondo reale, mondo virtuale, mondo irreale.
Per questo anche la motivazione al vivere sociale viene facilitata dal leggere, dalla capacità di analisi di un testo, dal coinvolgimento e dalla collaborazione nella comprensione dei significati del linguaggio letterario, scientifico e tecnico.
La capacità di leggere diviene così talmente importante che l’esperienza di apprendimento della lettura segna spesso il destino di una persona nella carriera professionale e nella vita.
Eppure riguardo alla lettura, almeno in Italia, non c’è da essere ottimisti, né orgogliosi. La sezione “Meno teledipendenti, più digitali, ma senza stampa” del Rapporto Censis del 2012 presentava gli allarmanti cambiamenti registrati nei consumi mediatici durante gli ultimi cinque anni.
Mentre i fruitori della televisione e della radio restavano preponderanti, i lettori di quotidiani scendevano vistosamente dal 67% al 45, 5%. Più preoccupante era il dato riferito all’editoria libraria: per la prima volta nella storia del nostro Paese chi leggeva almeno un libro all’anno scendeva sotto la soglia del 50% (per la precisione il 49%) della popolazione. Tale dato veniva ulteriormente aggravato dal fatto che i cosiddetti “lettori forti” si dimezzavano, scendendo al 13,5 % dal 25,6% del 2007.
Che cosa dire di questa situazione? Certamente oggi la conoscenza e il saper leggere sono essenziali per chiedere e ottenere risposte significative sulla vita e sul “bene-essere”. La cura della comprensione di un testo è un pratica di fondamentale importanza per stare in relazione con gli altri. La nascita del gusto per la lettura accresce infine l’attenzione e la curiosità per la società, sviluppando la fantasia e il piacere della ricerca e dello studio. E questi aspetti non sono forse essenziali per nostro “bene-essere”?
Bibliografia.
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, Numero speciale, Firenze, Le Monnier, 2012;
Verità R., Con la testa fra le favole, Spini di Gardolo – Trento, Erickson, 2000;
Petter G., Psicologia e scuola dell’infanzia, Firenze, Giunti, 1997;
Petter G., Psicologia e scuola primaria, Firenze, Giunti, 1987;
Bettelheim B, Zelan K., Imparare a leggere, Milano, Feltrinelli 1982;
Bellenger L., Saper leggere, Roma, Editori Riuniti, 1978.
di Antonio De Angeli Socio fondatore SIPS
Evidenziamoli
Abstract presentati che meritano maggiore attenzione
La promozione alla salute nella scuola attraverso la musica ed il teatro
Prof.ssa Lucia Orsini * Prof.ssa Simonetta Taccini**
* Dirigente Scolastica Liceo Montale Pontedera **Docente Liceo Montale Pontedera
E mail: imontale@tin.it
Introduzione:
Il progetto rientra nell’ambito della prevenzione del disagio adolescenziale realizzato nell’anno scolastico 2011- 2012 ed ha rappresentato per la nostra scuola un modello di eccellenza per quanto riguarda il coinvolgimento di studenti che spesso hanno difficoltà a partecipare ad iniziative che riguardano le attività propriamente scolastiche. Altro punto di forza è la costruzione di una rete di lavoro che ha coinvolto con pari dignità, studenti, docenti, operatori USL e tecnici dello spettacolo (musica e teatro).
Obiettivo:
Realizzazione di un DVD che parlasse di diversità facendo passare il messaggio che la diversità non è un qualcosa che divide ma qualcosa che unisce e che ci accresce come essere umano.
Metodologia e risultati:
Il DVD dal titolo “Io sono Io” realizzato dagli studenti del Liceo Montale nell'ambito di un'attività di laboratorio extracurriculare insieme a studenti della scuola media "Curtatone e Montanara" di Pontedera, nasce dall'attività coordinata dagli operatori della ASL 5 di Pontedera, in collaborazione con prestigiose istituzioni teatrali e musicali locali.
Da rilevare il fatto che il gruppo degli studenti si è costituito su base volontaria, in modo assolutamente casuale, mettendo peraltro a contatto elementi che, per motivi diversi, si trovano in situazione di disagio. E' forse proprio per questo che essi hanno vissuto con entusiasmo l'esperienza proposta, collaborando in maniera fattiva nonostante la differenza di età e impegnandosi per diversi mesi nelle attività durante il pomeriggio.
E non a caso il tema individuato dai ragazzi, dopo un periodo iniziale basato su giochi interattivi e l’utilizzo di discussioni in cerchio, giochi esperenziali, role playing su proposta degli operatori per favorire l’aggregazione di gruppo e facilitare la discussione e il libero confronto, è stato quello della discriminazione nei confronti della diversità in generale. Infatti il messaggio che i giovani hanno voluto trasmettere è quello della diversità come valore aggiunto, che ogni individuo porta con sé all’interno di ogni contesto relazionale. Anche se apparentemente uguali, e quindi presumibilmente “normali”, perché della stessa razza, dello stesso sesso, dello stesso credo, dello stesso orientamento sessuale, dello stesso partito, dello stesso gruppo, con gli stessi interessi o con le stesse capacità, con gli stessi connotati, lo stesso patrimonio cromosomico o semplicemente con gli stessi abiti, ciascuno di noi è diverso dall’altro, semplicemente perché è “Io”. Se ognuno imparasse a scoprirsi, a star bene con se stesso, ad accettare e riconoscere le proprie diversità, imparerebbe a confrontarsi e a conoscere meglio l’Altro e a capire che essere diversi non fa poi così paura e non mette in pericolo la propria identità.
Il gruppo musicale, a seguito di una fase di approfondite ricerche di testi e di musica, di discussioni e confronti di gruppo, ha scelto di riprodurre una canzone reggae italiana, individuata sia per il testo, che ben rappresenta i concetti emersi nel corso degli incontri, sia per il genere musicale, consono ai gusti giovanili.
Il gruppo teatrale ha voluto ricreare il video della canzone, attraverso immagini e scene di se stessi in più versioni, finalizzate a rappresentare come, al di là di apparenze che richiamano uniformità e conformismo, ci sia diversità sia interindividuale che intraindividuale.
Conclusioni:
Lo slogan “Io sono Io ”, scelto quale titolo del prodotto creativo, vuole affermare con fierezza l’importanza dell' individualità di ogni persona, con pieno diritto a sviluppare le proprie aspettative ed i propri progetti di vita, pur nel rispetto delle relazioni umane, che rappresentano un punto di forza per il proprio benessere.
Presentato al Meeting "Promozione della salute e diritti umani" - Pisa 19 aprile 2013
|
|
|
|
|
Educare alla responsabilità: scuola e sanità insieme per promuovere salute e il benessere delle future generazioni
Siena 5 e 6 settembre 2014
Il tema educare alla responsabilità è stato individuato per il meeting annuale dalla Società Italiana di Promozione della Salute da sempre impegnata a sostenere i percorsi delle nuove generazioni che favoriscano la loro crescita culturale ed educativa nell'ambito dei diritti umani ed in particolare del diritto alla salute. In tale contesto il mondo della scuola insieme a quello della sanità rappresentano un universo denso di significati che abbraccia l'agire delle persone che in essi operano, i destinatari degli interventi che promuovono e realizzano, il più vasto mondo sociale che rappresenta cornice e al tempo stesso scenario futuribile per le nuove generazioni ancora in crescita. Le giornate dedicate al meeting vogliono offrire un forte momento di riflessione che intende raccogliere le varie esperienze realizzate in tutte le Regioni attraverso una responsabilizzazione di tutti i componenti dell'unico sistema educativo scuola/salute. Un modello educativo comune coincidente con una comunità in cui si cresce sul piano umano e culturale, perseguendo l'obbiettivo di formare individui responsabili, aperti alle altre culture e liberi di esprimere sentimenti, emozioni ed attese, capaci di gestire conflittualità ed incertezze, di operare scelte ed assumere decisioni autonome agendo responsabilmente.
Iscrizioni
Abstract
Dettagli del meeting
|
|
|
|
|
World Cafè per Promotori della salute
13 giugno 2014 dalle 14.00 alle 18.00
Auditorium Polo Didattico
L'obiettivo dell'incontro è duplice: trattare insieme l'argomento della riduzione delle iniquità in promozione della salute, in linea con quanto deciso dagli stati della regione europea dell'OMS che hanno firmato l'Health 2020, per definire il problema e individuare strategie per affrontarlo; raggiungere l'obiettivo metaformativo per permettere a chi opera nella promozione della salute di imparare ad utilizzare questa nuova metodologie didattica.
ECM in fase di richiesta per le professioni sanitarie.
L'evento è gratuito e riservato ai Soci SIPS e ai dipendenti della ASL 5
Per iscriversi compilare il form online
|
|
|
Iscriversi alla SIPS
Sono aperte le iscrizioni alla Società Italiana per la Promozione della Salute.
Per iscriversi utilizzare il form online
I vecchi soci potranno versare la quota sociale (confermata a €30 anche per il 2014) mediante bonifico bancario oppure versando direttamente al proprio presidente regionale.
Per ulteriori informazioni segretario@sipsalute.it
|
|
|
|
|
|
|