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Numero 22  marzo 2014
Archivio news

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Numero 22  marzo 2014
Archivio news
 
In questo numero
Il giorno di San Valentino, la Delegazione SIPS Basilicata si è riunita in pizzeria ed ha dialogato su "amore e promozione della salute". Da qui è nata l'idea di dedicare un numero della nostra newsletter a questo tema.  Abbiamo raccolto vari articoli che vi proponiamo con una segnalazione particolare: l'articolo di una nostra giovanissima socia peer educator: Sara Cinacchi.
In questo numero presentiamo anche la seconda parte del contributo di Adriano Sofo sul legame tra uomo-cura-natura.

Infine vi segnaliamo il concorso fotografico per ragazzi e giovani adulti bandito dalla EEHYC

Nell'immagine sottostante uno dei cioccolatini fatti preparare per la serata lucana  "amore e promozione della salute".

Festeggiando l’amore 

La Delegazione SIPS Basilicata il 14 febbraio si è ritrovata in pizzeria insieme ad un gruppo di amici per fare festa e far conoscere la Società Italiana di Promozione della Salute.
Una serata interamente dedicata al grande tema dell’Amore, con spunti di riflessione sulle diverse forme d’amore e sugli elementi comuni ad esse.
Per introdurre il tema sono stati riportati alcuni brani tratti dal libro “L’arte di amare” di Erich Fromm.
 “L’amore si fonda su elementi comuni a tutte le forme d’amore: la premura, la responsabilità, il rispetto e la conoscenza”. L’amore è premura in quanto è interesse attivo per la vita e per la crescita di ciò che amiamo. Cura e interesse implicano  responsabilità. Essere "responsabile" significa essere pronti e capaci di "rispondere". La persona che ama risponde, si sente responsabile dei suoi simili, così come si sente responsabile di sé tesso.
L’amore si fonda sul rispetto, cioè la capacità di vedere una persona così com'è, di conoscerne la vera individualità. Rispetto significa desiderare che l'altra persona cresca e si sviluppi per quello che è. Il rispetto esiste solo sulle basi della libertà. La cura e la responsabilità sarebbero cieche, se non fossero guidate dalla conoscenza ed il conoscere, in quanto aspetto dell'amore, non si ferma alla superficie ma comprende il profondo dell’essere.
 
La forma più fondamentale d'amore, è l'amore fraterno nel quale c’è senso di responsabilità, premura, rispetto, comprensione per il prossimo ed è caratterizzato dall'assenza di esclusività. Nell'amore fraterno c'è il bisogno di solidarietà umana. “L'amore fraterno si fonda sul principio dell'unione coi nostri simili. Le differenze di talento, d'intelligenza, di comprensione, sono trascurabili in confronto a quello che c'è in comune tra tutti gli uomini”.
L’intervento della nostra amica Rosa ha reso nota l’attività del sua associazione di volontariato, impegnata in un grande  progetto a favore del sostegno alla scolarizzazione dei bambini del Senegal.
 
L’intervento di Luana Gilio, psicologa.
L’ amore è il modo più importante per sostenere una vita sana e felice.
Questa astrazione appassionata ha catturato gli artisti, che hanno tentato di definirla e modificarla in funzione del tempo. Possiamo esprimere amore verso la famiglia, la persona amata, il proprio lavoro, gli animali, la natura.
L’amore è resa incondizionata, uno stato di meraviglia, fiducia, gioia e tenerezza nei confronti di ciò verso cui esprimiamo tale sentimento. L’essere incondizionato è di importanza vitale: in caso contrario l’ amore viene spesso annullato da aspettative, dubbi e paure. Ma lo studio dell’ amore non è più dominio esclusivo dell’ artista. Anche gli scienziati oggi hanno provato scientificamente che si tratta della più importante tra le forze note in grado di ridurre lo stress, così come la perdita o la mancanza di amore è la più importante tra le forze che promuovono alcune patologie. Gli studi di Siegel, un chirurgo di Yale, raccontati nel libro Love, Medicine & Miracles, ne sono un esempio lampante.
La neurologa Valeria Isella dell’Ospedale San Gerardo di Monza ha raccolto una rassegna di racconti di pazienti affetti da Demenza di Alzheimer e da Amore.
Di seguito un racconto:
“Carlo e Dora all’ultimo piano di Villa Armonia, nucleo Alzheimer pubblico, grande terrazzo su Bolzano. Giacca e cappello, lui aspetta sempre un autobus, mentre lei cammina cammina. Lei percorre il corridoio e ripete: «Ho fame». Carlo, in piedi aspettando «l’autobus che non arriva mai», un giorno le ha prestato attenzione. Ha cominciato a chiedere il cibo per lei: «Insomma, è una signora». Mai un contatto. Però adesso mangiano allo stesso tavolo. Lui fa l’uomo, lei è contenta. Al pomeriggio lui la accompagna in camera. Dora si sdraia nel letto di Carlo, lui su una sedia la guarda dormire. Alzheimer, mon amour. Se entra qualcuno, lui si porta il dito alla bocca. Lei nel letto, lui con il cappello. Ogni tanto li trovano così anche di notte.”
Il cervello è un elaboratore, la neurologia classica ha perfettamente ragione. Ma i processi mentali che costituiscono il nostro essere e la nostra vita, non sono soltanto astratti e meccanici, sono anche personali, e in quanto tali implicano tanto la classificazione in categorie quanto una continua attività di giudizio e sentimento. Se ciò va perduto finiamo per assomigliare a degli elaboratori. Allo stesso modo, se cancelliamo giudizio e sentimento, l’elemento personale dalle scienze cognitive, saremo carenti nell’apprendimento del reale.
 
“T’amo senza sapere come, né quando, né dove, t’amo direttamente senza orgoglio, così ti amo perché non so amare altrimenti che così in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vicino che mi si chiudono gli occhi col tuo sonno.” (P. Neruda)
  
L’intervento di Angela Rosa Martino, docente di lettere, ha regalato ai presenti la lettura ed il commento di alcuni versi tratti dal V Canto dell’Inferno di Dante:
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.”
Dante descrive l’Amore passionale tra Francesca da Rimini e Paolo Malatesta. Questa passione in vita avvolse i loro corpi e invase i loro cuori; in morte essi vengono travolti insieme dalla bufera infernale. La narrazione della storia viene fatta da Francesca, mentre Paolo piangente soffre insieme a lei nel ricordare i tempi felici durante quelli della sofferenza. Dante afferma che amare è soffrire, ma senza Amore non si può vivere.

 
Alba Montagnuolo  ha recitato una sua poesia, dedicandola a tutti noi della SIPS, della quale riportiamo alcuni versi:
“Rosso
come il fuoco che arde
in un grande camino d'inverno.
…Rosso
come un tramonto
in una bellissima sera d'estate” .

 
In chiusura, le nostre coriste di grande talento, Angela, Rosa, Maddalena, Beatrice, Caterina, Lucia, hanno intonato il brano  “Meraviglioso” di Modugno e tutti gli altri si sono uniti a cantare la meraviglia della vita e dell’amore:
“… ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto
ti hanno inventato
il mare. 
Tu dici non ho niente
ti sembra niente il sole
la vita
l'amore
Meraviglioso!"

 
A conclusione della serata, alle amiche ed amici che hanno condiviso con noi la gioia di stare insieme per festeggiare l’Amore, è stato donato un cioccolatino rosso firmato SIPS e tutti sono tornati a casa, contenti e con il cuore più innamorato.

Filomena Lo Sasso-Presidente Delegazione SIPS Basilicata

L’Amore

Attualmente le relazioni affettive e l’amore sono molto di moda: ci sono un gran numero di libri e trasmissioni televisive in merito. Ma cos’è l’amore?
Vorrei fare qualche passo a ritroso nel tempo e riprendere uno tra i più grandi e conosciuti miti che sono stati tramandati, la favola di Amore e Psichè di Apuleio.
La storia inizia con un re e una regina che avevano tre figlie, l’ultima delle quali, Psiche, era così bella da suscitare la gelosia di Venere. Venere chiese aiuto al figlio, Amore, per portare a compimento la sua vendetta: far innamorare Psiche dell’uomo più brutto e sfortunato della terra in modo che fosse ricoperta di vergogna a causa di questa relazione. Tuttavia Amore appena vide la fanciulla se ne innamorò perdutamente e la trasportò, addormentata, nel suo palazzo. Ogni notte andava a trovarla senza mai farsi vedere in volto, per evitare le ire della madre Venere. Amore aveva detto a Psiche che era il suo sposo e che lei non doveva chiedergli chi fosse e né tantomeno doveva vederlo, pena la rottura dell’incantesimo. Un giorno Psiche, istigata dalle sorelle, raggiunse Amore mentre dormiva, avvicinò la lampada al suo volto e rimase così tanto incantata dalla sua bellezza da innamorarsene.
Amore si svegliò e vedendosi scoperto e tradito dalla sposa, fece per fuggire, non prima però di averle rivelato la verità: Venere, sua madre, gli aveva imposto di darla in moglie al più abietto degli esseri umani, mentre lui, disobbedendole, se ne era innamorato e l’aveva voluta come sua sposa. Detto questo, il dio fuggì e lasciò Psiche sola, distrutta dal dolore. Venere, appena saputo l’accaduto, sottopose Psiche a tutta una serie di prove, che la fanciulla superò brillantemente. Non contenta però, Venere le chiese la prova più difficile di tutte: scendere negli inferi a prendere un vasetto contenente l’unguento di bellezza di Proserpina, dea dell’Averno. Psiche raggiunse gli inferi e ottenne l’ampolla, con l’invito però a non aprirla. Ma la fanciulla, incuriosita dal contenuto, la aprì ed immediatamente venne avvolta da un sonno profondo. Amore, innamorato più che mai, volò in suo aiuto e trovandola addormentata, la svegliò con la puntura della sua freccia e la salvò. Psiche ed Amore si sposarono e dalla loro unione nacque un figlio di nome Piacere.
La favola di Apuleio attraverso i suoi contenuti simbolici, mostra come l’amore sia fragile e delicato: le perizie, i pericoli e le prove che Psiche deve affrontare per ricongiungersi ad Amore, testimoniano il senso del viaggio che una relazione deve compiere per raggiungere la sua massima espressione, perché un amore divenga Amore. La storia mostra come una delle più grandi paure dell’uomo sia quella dell’ignoto, che in realtà è paura degli abissi del proprio sé profondo.
L’amore è luogo dell’indicibile, come l’anima, come tutto ciò che ha a che fare con la dimensione più profonda del nostro essere, e dare forma all’indicibile è sempre un’impresa ardua, direi folle. Nel misterioso viaggio dell’amore ognuno di noi incontra l’altro e dietro l’altro incontra se stesso. In questo processo alchemico trasformativo la capacità di mantenere viva un’esperienza d’amore è data dalla possibilità di mantenere con l’altro quell’arricchimento interiore che deriva dalla relazione. Da un punto di vista psicologico amare costituisce uno dei più importanti fattori trasformativi perché ci porta a mettere in discussione le nostre sicurezze alla ricerca di un nuovo baricentro. Conduce ad una metamorfosi.
Per questo, da sempre il sentimento dell’amore fa paura. Si teme di venire trascinati in un abisso profondo, in cui rischiamo di perdere il nostro equilibrio emotivo e di soffrire moltissimo. Ma ovunque sia presente una relazione tra individui incombe il rischio di essere feriti, perché ciò appartiene alla dialettica dell’esistenza. Nel momento in cui ci apriamo all’altro, inevitabilmente ci esponiamo al rischio di essere distrutti. Allora una possibile domanda da farsi è: io sono in grado di manifestare la mai vulnerabilità? Svelare la propria dimensione interiore è manifestazione di maturità, perché rivela la presenza di uno straordinario strumento in noi: il coraggio di vivere. Amare soltanto quando ci possiamo fidare significare restare bambini. Vivere significa rischi, vittorie e sconfitte. Vivere significa anche guardarsi allo specchio e rendersi conto di aver sbagliato tutto. L’uomo si avvicina alle relazioni affettive cercando l’assoluto e l’eterno. E questo perché nessuno può amare pensando che quel sentimento finisca, che quell’esperienza sia limitata nel tempo. Accade però che anche il sentimento più travolgente a un certo punto finisce. Finisce perché cresce e diventa altro: a volte si trasforma in amore, a volte semplicemente in una storia che si conclude. Noi non possiamo sapere come andranno a finire le cose, possiamo solo costruire la nostra storia considerando che c’è effettivamente uno spicchio di eternità quando una relazione tocca la struttura stessa della nostra esistenza Ci sono persone che non dimenticheremo mai e sono quelle che con delicatezza, sensibilità e rispetto ci hanno attraversato l’anima.
Dobbiamo imparare ad accettare che i sentimenti si evolvono: nascono, crescono e muoiono. Un amore che finisce è sempre un grande dolore, che si percepisce nel corpo e nell’anima: sentiamo che l’altro si è portato via qualcosa di noi, ci sentiamo mutilati, inadeguati, proviamo un vuoto incolmabile. Ci interroghiamo cercando di capire cosa non ha funzionato, ci troviamo soli con noi stessi a confrontarci con le nostre responsabilità e con tante domande senza risposta. Chi ha sperimentato il tormento e la passione del vero amore, sa che la sua fine rappresenta l’unica esperienza da vivi della propria morte. Per fortuna come finisce un amore, così è destinato a cessare anche il dolore che quella fine ha generato. Senza speranza di poterlo sopportare meglio la prossima volta, senza speranza di poterlo evitare: la sola speranza è di poter provare di nuovo un giorno quell’esperienza amorosa che dà gusto alla vita. 

Martina Fondi, Psicologa, Delegazione SIPS Toscana

AAA Che fine ha fatto il principe azzurro?

Testo pubblicato nel sito www.ditestamia.it
Quale bambina non ha sognato almeno una volta di essere la protagonista di una fiaba della Disney?
Si, anche te che sei la meno romantica del mondo! Scommetto che anche solo per un momento questo pensiero ha fatto capolino nella tua testa.
Quante volte noi adolescenti, ragazze, donne giovani e meno giovani, ci lasciamo incantare dal "belloccio di turno"? Quello che sembra perfetto, che ci apre la portiera della macchina, ci offre da bere, ci paga la pizza o una cena romantica in un ristorantino di lusso, ci regala ciò che più desideriamo e ci promette la luna.. Quello che ci dice di amarci alla follia, che farebbe di tutto per noi. Eppure.... Eppure non tutto è sempre come sembra nelle favole o nei film.
Spesso quello stesso ragazzo, quell'uomo così affascinante, non fa altro che prenderci in giro, talvolta con un gioco psicologico che appare morboso, perverso, violento. Pochi giorni fa ho assistito a una scena che mi ha fatta riflettere: un ragazzo ha strattonato una sua coetanea trascinandola in un angolo di un locale tirandole i capelli, le orecchie, stringendole il viso con forza facendole male, chiedendole cosa ci facesse con "quelli là". E lei non reagiva… piangeva. Vivere una relazione di coppia non significa accettare la violenza! Anche se lui vi dice che vi ama ed è stato solo un momento di rabbia. Torniamo un momento indietro nel tempo e guardiamo i nostri nonni; non dico che nessuno alzasse mai le mani, ma nella maggior parte dei casi il rispetto della persona era alla base di qualunque rapporto, fidanzamento o matrimonio!
Quante ragazze, quante donne, oggi vengono violentate? Non si tratta solo di quelle di cui sentiamo raccontare nei programmi televisivi e nei TG, ma secondo alcuni dati del 2013 nel mondo ogni anno vengono stuprate 150 milioni di ragazze e la maggior parte degli stupri proviene dal proprio compagno o da un familiare. Oltre il 90% delle violenze non vengono denunciate e il 44% delle donne giudica le violenze subite semplicemente come "qualcosa di sbagliato". Molte di loro, infatti, provano vergogna per ciò a cui sono state sottoposte e per questo tacciono; inoltre, il gioco psicologico che spesso accompagna queste azioni abominevoli fa si che le vittime di stupri e violenze provino vergogna, senso di colpa, e si sentano "sbagliate", responsabili in un certo senso di ciò che hanno vissuto.
In Italia la percentuale di donne che ha subito violenza sessuale più di una volta raggiunge il 78,7%. Si tratta di dati preoccupanti!
Oggi si è perso il rispetto della vita, propria e altrui, della persona in quanto entità fisica, ma anche in quanto essere umano nella sua dimensione psicologica. E' necessario cercare di cogliere i segnali di una relazione in cui manchi il rispetto, in cui si finisce per farsi vittime del partner e di accettarne qualunque reazione, pensando di aver fatto qualcosa che l'abbia scatenata e dunque di farsi carico della responsabilità di questa. Non accettate uno schiaffo! Non accettate insulti o offese pesanti! Siate invece rispettose voi stesse di chi si comporta bene con voi e vi vuole davvero bene. Non fatevi ingannare dalla "sindrome della crocerossina"! Quale ragazza, se innamorata del classico "bello e dannato", non spera in fondo in fondo di essere lei quella giusta che lo farà cambiare? Certo, è successo, ma non per questo è un buon motivo per farsi calpestare la dignità, per accettare la violenza sperando che le cose cambino.
Con questo non voglio assolutamente spingervi a non fidarvi più. La fiducia in un rapporto è la calce per tenere insieme quel muro di mattoni che poco a poco viene costruito e che chissà, potrebbe anche diventare una casetta dolce e accogliente, in cui sentirsi al sicuro. L'amore è bello e lo è a tutte le età...è bello perché rende felici, dà respiro, rassicura e scalda il cuore e per questo motivo è degno di essere vissuto appieno. Ma attenzione a riconoscerlo!
Siate forti e proteggete la vostra dignità, la vostra persona! Nessuno, e sottolineo NESSUNO, vale tutto questo!!!

Sara Cinacchi, Peer educator Ditestamia Healt Promoting Guys, SIPS Delegazione Toscana

 

Dalle tradizioni popolari alle multinazionali

Seconda parte. Continua dalla newsletter precedente (per leggere la parte precedente clicca qui)
In seguito alle voci sulle capacità curative delle piante, diffuse attraverso le società scientifiche del XVI secolo, furono fondati da illustri botanici e medici degli istituti destinati esclusivamente allo studio delle piante medicinali. Il primo centro fu aperto da Luca Ghini, che fondò l’Orto Botanico dell’Università di Pisa nel 1543. Questo forniva materiale vegetale per gli studi medici e la formazione di medici e farmacisti in Italia, Francia e altri paesi occidentali. Nella prima metà del ‘600, istituti simili furono aperti a Bologna, Colonia , Praga e Oxford, e tra loro era frequente un interscambio di conoscenze, protocolli, rimedi e materiale vegetale. In questo modo, la comprensione della botanica medica si ampliò notevolmente e, con i progressi della tecnologia della stampa, furono redatte enciclopedie complete di piante medicinali e dei loro usi (chiamati in inglese “herbals”). Uno dei più famosi erboristi fu John Gerard che, nel suo “Generall Historie of Plantes” (1597), elencava gli usi medicinali di specie autoctone e piante esotiche provenienti dal Nuovo Mondo. Il suo testo descriveva l’uso di varie piante da ingerire direttamente, da adoperare in cucina oppure da posizionare sul corpo dei pazienti. Ad alcune piante si attribuivano addirittura poteri soprannaturali e il loro effetto poteva essere aumentato se queste venivano raccolte in una certa fase della luna o in alcuni precisi luoghi. Anche se molte delle descrizioni si Gerald possono apparire divertenti da leggere alla luce della nostre conoscenze mediche attuali, molti rimedi erano invece effettivamente efficaci. A titolo di esempio, il pungitopo (Ruscus aculeatus) alleviava i dolori mestruali. Difatti, questa specie, diffusa anche nei nostri boschi (e protetta: mi raccomando a non raccoglierla!), contiene due saponine steroidee, note come ruscogenina e neoruruscogenina, e diversi flavonoidi (come la rutina o rutoside), che aumentano la resistenza delle pareti capillari e ne normalizzano la permeabilità; ciò si traduce in una minore fuoriuscita di liquidi ed in una riduzione dei sintomi di sanguinamento. E ancora, l’agrimonia (Agrimonia eupatoria) era indicata per i problemi di fegato e di reni, e l’aloe (Aloe vera) era utile per purgarsi.

Con il periodo delle esplorazioni e del commercio internazionale, agli albori del XVII secolo, una pletora di specie vegetali arrivarono in Europa da Africa, Asia e Americhe. A poco a poco, i giardini botanici europei cominciarono a spostare la loro attenzione: mentre le università erano ancora concentrate sugli effetti benefici delle piante, i giardini e le organizzazioni iniziarono a mostrare le specie più attraenti della flora tropicale. Fu così che botanica e medicina divennero due settori di studio indipendenti. Tuttavia, molti giardini botanici, come i Royal Botanic Gardens britannici di Kew, non persero di vista né le qualità estetiche né quelle benefiche delle piante e, mentre le loro collezioni botaniche si riempivano della flora tropicale più inusuale, gli annali dei loro erbari cominciarono presto a comprendere una moltitudine di specie di piante straniere che potevano essere utilizzate come cibo o medicinali. All’inizio del XIX secolo, i chimici europei avevano ormai sviluppato tecniche per isolare le sostanze chimiche attive dalle piante e iniziarono a scrutare le sostanze attive in un certo numero di piante officinali ben conosciute. In particolare, erano particolarmente interessati agli effetti antidolorifici del papavero da oppio (Papaver somniferum), importato dall’India. A partire dal 1805, il farmacista tedesco Friedrich Serturner aveva escogitato un modo per estrarre il principio chimico attivo, che fu appunto chiamato “morfina”, da Morfeo, il dio del sonno. Oggi la morfina rimane ancora uno dei farmaci più efficaci per il sollievo dal dolore.
Continua nella prossima newsletter
di Adriano Sofo, Ricercatore Universitario, Delegazione SIPS Basilicata
 

Documentazione e promozione della salute

Che cosa è l'amore?

Che cosa è l'amore? Cosa significa amare? Le risposte sembrano impossibili dal momento che non esiste ancora una teoria, una scienza dell'amore, che metta ordine nelle differenti forme di amore e ciascuno possa riconoscere in esse il suo amore e il suo modo d'amare.
La riflessione sull'amore evoca un lungo viaggio di ricerca interiore, con la consapevolezza che solo l'arte di vivere aiuta ad affrontare le cose difficili. “Possiamo costruire un nuovo spazio per l'amore – scrive Roberta Giommi, psicologa e psicoterapeuta, esperta di problemi della coppia e della famiglia – liberandoci dall'oppressione dell'amore romantico, dalla sua ossessione per il lieto fine, che lo rende così banale e ci impedisce di apprezzare la reale forza dei sentimenti al di là del loro risultato. E un altro mito che dobbiamo sconfiggere è che la sofferenza è il metro per misurare l'autenticità di un sentimento, in una equazione sciocca: dolore = vero amore. Al contrario, il dolore ci mostra che un amore è sbagliato. Così come è sbagliato pensare che si ama senza la testa e che nulla conta la forza del carattere. Mi spaventa questo senso di terreno che cede, questa riduzione dell'amore a una colla invischiante. Penso che la nostra vita cambierebbe se imparassimo ad accogliere il dolore e la gioia come esperienze vitali. Mi piace pensare che possiamo evitare di cadere nella distruzione, nell'autocompiacimento del bambino malinconico, e mostrare, invece, il bambino del desiderio”.
Nell'amore la rinuncia è la condizione della crescita. Essa permette di riconoscere i propri desideri profondi e di accogliere responsabilmente la propria vita, il tempo che passa, la realtà che appare.
La salute, che è accettazione della propria personalità, della propria storia, del proprio corpo, è anche amore per la personalità, per la storia, per il corpo dell'altro.
Bibliografia
Freud S., “La sessualità nell'etiologia della nevrosi”, in Id., Opere (1892-1898) Boringhieri, Torino, 1968
Miller A., Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé, Boringhieri, Torino, 1996
Alberoni F., Ti amo, Rizzoli, Milano, 1996
Philips A., I ”no” che aiutano a crescere, Feltrinelli, Milano, 1999
Ladame F., Gli eterni adolescenti, Salani, Milano, 2004
Giommi R., Le donne amano la terra e il cielo, Frassinelli, Cles (TN), 2005
Oliverio Ferraris A., La Sindrome Lolita. Perché i nostri figli crescono troppo in fretta, Rizzoli, Milano, 2008
Recalcati M., “Dove sono finiti gli adulti?”, in la Repubblica, 19 febbraio 2012

di Antonio De Angeli Socio fondatore SIPS

Evidenziamoli

Abstract presentati che meritano maggiore attenzione

Manuale d’amore: educazione affettiva tra pari 

Antonella De Cesari, Lucia Corrieri Puliti, Sergio Ardis, Martina Fondi, Roberta Della Maggiora 
Azienda USL 2 di Lucca 
a.decesari@usl2.toscana.it 

Introduzione: Nato da un’idea di due studentesse del Liceo Scientifico “G.Galilei” di Castelnuovo di Garfagnana (LU), “Manuale d’amore” è un progetto risultato vincitore all’edizione 2010 del concorso “Di Testa Mia” promosso dall’Assessorato al Diritto alla Salute della Regione Toscana.
Con il finanziamento ottenuto in premio, “Manuale d’amore” è stato realizzato nel corso dell’anno scolastico 2011/12 dal gruppo dei peer educator presenti nella scuola.
Obiettivo: Educazione affettiva tra pari e promozione dei servizi consultoriali per adolescenti
Gruppo target: Alla realizzazione del prodotto hanno partecipato gli studenti peer educator provenienti dalle classi 3^, 4^ e 5^ dell’ISI “S.Simoni” di Castelnuovo di Garfagnana cui il Liceo Scientifico “Galilei” appartiene.
Il prodotto realizzato è destinato alla diffusione tra gli studenti del primo biennio di tutte le scuole superiori della Valle del Serchio.
Metodologia: “Manuale d’amore” è stato ideato e realizzato nell’ambito di un progetto di peer education già in atto da alcuni anni nella scuola che, come scelta strategica, per trasmettere messaggi educativi tra i coetanei utilizza abitualmente materiali di comunicazione autoprodotti.
Il gruppo dei peer educator: 
  • ha approfondito varie tematiche relative alla vita affettiva in età adolescenziale nel corso di discussioni guidate, circle-time, laboratori esperenziali, visione di film con successivo dibattito con esperti e ricerche su internet;
  • ha esplorato le opinioni di coetanei e adulti rispetto alle qualità che garantiscono l’efficacia nelle  relazioni attraverso questionari, interviste e una discussione su un blog dedicato;
  • ha ricevuto, nell’ambito di un campus residenziale condotto da un formatore in media education, indicazioni per comunicare efficacemente prevenzione ad un target giovanile
  • ha ideato il formato del prodotto, i suoi contenuti tematici e la veste grafica nell’ambito di laboratori espressivi con tecnici consulentiRisultati
Materialmente, il prodotto finale è un quaderno tascabile per appunti in cui sono intercalate pagine informative su varie tematiche della vita affettiva e sessuale scritte dai giovani con il linguaggio dei giovani ed ognuna termina con uno slogan di impatto. Le altre pagine, dedicate a raccogliere appunti, contengono a piè pagina immagini di effusioni amorose tra animali o consigli spiritosi per le relazioni tra i due sessi.
Nel lungo percorso di ideazione e produzione del manuale il gruppo dei peer educator ha acquisito, attraverso un processo di apprendimento attivo, conoscenze approfondite in materia di affettività e sessualità, ha esercitato le abilità creative ed ha sviluppato competenze comunicative, decisionali e progettuali.
Attraverso la distribuzione del manuale si attende un effetto educativo sugli studenti del biennio.
Conclusioni: Manuale d’amore” è un esempio di Life Skills Education nella declinazione specifica della peer education.
L’educazione tra pari passa attraverso il materiale di divulgazione autoprodotto, ma anche – ed è questo l’aspetto più qualificante e promettente dell’esperienza – attraverso un “effetto contagio” tra un nucleo di ragazzi competenti e responsabili ed i loro coetanei, dentro e fuori la scuola, durante e dopo la scuola.
“Manuale d’amore” è anche un esempio di virtuosa sinergia interistituzionale orientata alla valorizzazione del protagonismo giovanile.
“Manuale d’amore” è, infine, un esempio di come i giovani possano appropriarsi del diritto di interloquire ed intervenire sul proprio benessere.

Presentato al Meeting "Promozione della salute e diritti umani" - Pisa 19 aprile 2013
 
Educare alla responsabilità: scuola e sanità insieme per promuovere salute e il benessere delle future generazioni
Siena 5 e 6 settembre 2014
Il tema educare alla responsabilità è stato individuato per il meeting annuale dalla Società Italiana di Promozione della Salute da sempre impegnata a sostenere i percorsi delle nuove generazioni che favoriscano la loro crescita culturale ed educativa nell'ambito dei diritti umani ed in particolare del diritto alla salute. In tale contesto il mondo della scuola insieme a quello della sanità rappresentano un universo denso di significati che abbraccia l'agire delle persone che in essi operano, i destinatari degli interventi che promuovono e realizzano, il più vasto mondo sociale che rappresenta cornice e al tempo stesso scenario futuribile per le nuove generazioni ancora in crescita. Le giornate dedicate al meeting vogliono offrire un forte momento di riflessione che intende raccogliere le varie esperienze realizzate in tutte le Regioni attraverso una responsabilizzazione di tutti i componenti dell'unico sistema educativo scuola/salute. Un modello educativo comune coincidente con una comunità in cui si cresce sul piano umano e culturale, perseguendo l'obbiettivo di formare individui responsabili, aperti alle altre culture e liberi di esprimere sentimenti, emozioni ed attese, capaci di gestire conflittualità ed incertezze, di operare scelte ed assumere decisioni autonome agendo responsabilmente.
Iscrizioni
Abstract
Dettagli del meeting

 
World Cafè per Promotori della salute
13 giugno 2014 dalle 14.00 alle 18.00
Auditorium Polo Didattico


L'obiettivo dell'incontro è duplice: trattare insieme l'argomento della riduzione delle iniquità in promozione della salute, in linea con quanto deciso dagli stati della regione europea dell'OMS che hanno firmato l'Health 2020, per definire il problema e individuare strategie per affrontarlo; raggiungere l'obiettivo metaformativo per permettere a chi opera nella promozione della salute di imparare ad utilizzare questa nuova metodologie didattica.
ECM in fase di richiesta per le professioni sanitarie.
L'evento è gratuito e riservato ai Soci SIPS e ai dipendenti della ASL 5

Per iscriversi compilare il form online

 
Iscriversi alla SIPS
Sono aperte le iscrizioni alla Società Italiana per la Promozione della Salute.
Per iscriversi utilizzare il form online

I vecchi soci potranno versare la quota sociale (confermata a €30 anche per il 2014) mediante bonifico bancario oppure versando direttamente al proprio presidente regionale.
Per ulteriori informazioni segretario@sipsalute.it 

Concorso fotografico

L'associazione di giovani per la promozione della salute Ditestamia Health Promoting Guys mi segnalato un CONCORSO FOTOGRAFICO E VIDEO indetto dalla European Environment and Health Youth Coalition (Coalizione Europea di Giovani su Salute e Ambiente) che lavora con il WHO!
Il premio è un viaggio tutto pagato per Bonn, Germania dal 6 al 9 luglio 2014 e partecipare, presso il palazzo delle Nazioni Unite, ad un meeting della Coalizione Europea di Giovani su Salute e Ambiente.

Possono partecipare i nostri soci più giovani (e non sono pochi sotto i 35 anni!) ma anche i ragazzi con cui lavoriamo per la promozione della salute.
Potete diffondere la notizia fra gli studenti con cui lavorate.

Ecco come fare:

Possono partecipare solo coloro che hanno tra i 16 e i 35 anni!!
Inviaci un massimo di 3 foto o 3 video col tema:
"CITTA' IN MOVIMENTO: LE PERSONE AL PRIMO POSTO"

Per altri dettagli clicca qui per visualizzare il regolamento (in inglese) oppure scrivici per chiedere info!
Clicca qui per l'evento Facebook dove ci sono altri info!!

SCADE IL 25 MARZO!
I nostri sostenitori
Sergio Ardis - Moreno Marcucci

La comunicazione sanitario-paziente

Edizioni Aonia, 2013
Acquistabile solo
sul web in formato cartaceo o elettronico

I diritti di autore sono interamente destinati alla SIPS

Questa newsletter è stata realizzata con il contributo della
Fondazione Banca del Monte di Lucca